Presidente Napolitano, questa è una Sua espressione, più volte ripetuta. E con Lei mi trovo a considerare i sostenitori della cittadinanza italiana degli immigrati in virtù dello ius soli.
Ma Presidente, mi perdoni – non è una provocazione ma un attestato di modestia – posso chiederLe perché non ce lo spiega?
I fatti di cronaca nera compiuti da Italiani non rappresentano un modello d’italianità ma sciagurate eccezioni, anche se lo sconsiderato protagonismo che la TV gli riserva li offre non volendo ma di fatto come tali ( ciò che spiega in buona parte l’eccesso e l’ agghiacciante tipologia della attuale criminalità). Ma la cronaca nera compiuta da immigrati mi sembra essere in molti casi tutt’altra cosa. Quando un immigrato musulmano integrato schiavizza la figlia perché colpevole di vestire all’occidentale o semplicemente di non coprirsi il capo con il velo e di avere e frequentare amici italiani non rappresenta una eccezione perché deliberatamente disattende le nostre regole che egli ben conosce. Se osserviamo le diverse proporzioni numeriche tra i crimini degli Italiani in rapporto al totale della popolazione e i crimini dei musulmani in rapporto alla presenza musulmana nel nostro Paese, si staglia ancora di più l’ipotesi che della seconda si tratti non di eccezione ma di eloquente manifestazione di fedeltà a precise regole in netto contrasto con le nostre. Se un padre o un fratello musulmani uccidono una figlia o una sorella colpevole di amare un Italiano, cioè un “infedele”, non possono rappresentare una eccezione ma la prova del nove di regole alle quali non si è mai rinunciato (anche se di certo non sottoscritte dai musulmani cosiddetti moderati).
Non basta, tali accadimenti denunciano un altro aspetto ancora più preoccupante e cioè che in Italia non sia esistito e non esista tuttora – che io sappia – alcun filtro per l’accoglimento di questo tipo di immigrazione. Eppure si tratta di una immigrazione che si trasferisce da noi con tutte le loro tradizioni con tutta la loro cultura e i loro costumi anche quando dette tradizioni e culture e costumi confliggono con le nostre tradizioni e culture e costumi.
Si noti inoltre che non si è verificata un’assenza di attenzione su questi problemi dovuti all’accoglimento di persone da noi troppo differenti, al contrario molto acceso è stato il dibattito che ne è scaturito e si è anzi specificato che tutte le tradizioni eccetera devono essere da noi accettate e rispettate e se ci si azzarda ad avanzare dei distinguo si viene tacciati di razzismo, quando invece è l’esatto contrario.
Purtroppo il correttivo ”a condizione che non siano in contrasto con le nostre leggi” è detto in pratica sommessamente perché senza strumenti di seria verifica. Non mi risulta infatti che all’atto della richiesta di autorizzazione a vivere in Italia disponendo di un’abitazione e di un lavoro, e di averne la cittadinanza essendoci nato, al futuro cittadino italiano non mi risulta sia stato fatto firmare un documento che lo vincola a comportamenti ben precisi non in contrasto con le nostre leggi. Non mi risulta l’obbligo di firmare un documento del seguente tenore:
1) E’ vietata la poligamia
2) Sono vietati interventi chirurgici limitanti la sessualità nei soggetti femminili
3) E’ vietato impedire con autorità e/o con violenza la libera partecipazione alla vita sociale delle figlie secondo i costumi italiani. Naturalmente parliamo dei buoni costumi e non delle deviazioni ingigantite dalla TV.
Ovvia l’obiezione: ma tutto ciò lo si evince dalle nostre leggi e dalla nostra Costituzione.
Risposta: è vero ma solo in teoria visto che non sono mancati giudici che hanno ritenuto ineccepibile la richiesta al ricongiungimento familiare (con 4 mogli) di un immigrato da questi motivata dal diritto conferitogli dalla sua religione.
Per queste assurde discrepanze mi pare inevitabile che il suaccennato documento dovrebbe rivestire un valore legale ineludibile.
Ebbene, non solo mi pare che tutto ciò non si sia verificato, ma al contrario correnti di opinioni, ad esempio quanto alla poligamia, opponevano l’argomento che in Italia non si contano i bigami né manca mai il riferimento al dissoluto costume degli occidentali che consente agli uomini libertà senza limiti dato che il regime monogamico non impedisce loro rapporti con amanti, donne occasionali, segretarie, escort e prostitute. Come possono certi opinionisti ignorare o tenere in assoluto non cale che certi comportamenti sono sottoposti al vaglio di quel tribunale particolare caratterizzante la libertà che si chiama coscienza?
Presidente non le sembra pericoloso lasciare indecifrato il Suo messaggio che a me pare molto importante?
Ai sostenitori della cittadinanza ius soli, dico, non vi sembra avventato dare diritti di cittadinanza ai figli d’immigrati dei quali non sia stato comprovato il giusto adeguamento alle nostre leggi alle nostre tradizioni al nostro attuale stadio d’evoluzione sociale? Non si pensa che i loro figli al diciottesimo anno potrebbero ancora essere ossequenti alle regole paterne? Non esigere da loro un impegno non di facciata a conformarsi alle nostre regole di quali futuri Italiani possiamo parlare se non di un ibrido magari anche interessante che però di italiano non avrebbe assolutamente nulla?
E come pensa Presidente che questi futuri Italiani possano partecipare agli anniversari dell’Unità d’Italia? Con quale spirito, con quale coinvolgimento patriottico?
Non sarà per caso che anche noi Italiani stiamo slittando nel deprecabile e pericoloso malinteso criterio di eccesso democratico immettendo in parallelo alle nostre leggi le regole della Sharia come è già accaduto in molta parte dell’Europa?
Il mio timore è che l’epoca della civiltà occidentale stia volgendo alla sua conclusione, purtroppo senza che rimanga più alcuna traccia di un nostro stesso superamento di tante pervicaci nostre arretratezze grazie alle nostre conquiste codificate.
Infatti l’obiezione è scontata, ma gli Occidentali non hanno… regalato al mondo l’orrore del comunismo del nazismo e di certo fascismo? Come possono mettersi in cattedra?
E’ vero, ma se la storia mondiale c’insegna qualche cosa, suppongo che nessuno dovrebbe potersi mettere in cattedra, non solo gli Occidentali. Piuttosto perché non proviamo a pensare che è dell’umanità globalmente intesa la facoltà d’imparare da altri il bene che essi sono in grado d’offrire e non di lasciare che si aggiunga al male altro male?
( Quando ci convinceremo che la civiltà di un popolo la si deduce dalla condizione femminile?)
Gloria Capuano
Giornalista di Pace
Cara dott.sa Capuano ,
ho molto apprezzato la sua lunga e seria campagna , motivata e piena di suggerimenti di buon senso,avente lo scopo di modificare , migliorandola , la legge relativa al rinnovo della patente di guida per gli anziani. Ora vedo un grande silenzio ; è tutto finito ?
Non si potrebbe riproporre di nuovo il problema ,visto che la situazione politica e di governo è profondamente modificata ? Con stima .
Caro Franco,
avendo condiviso e condividendo con l’amica Gloria le iniziative per la revisione delle Norme per il Rinnovo della Patente cui fai riferimento, mi permetto di informarti che il silenzio è solo apparente perché tutto continua!!! A tal proposito è disponibile un Documento in PowerPoint che ci aggingiamo a Presentare ed illustrare nei vari Centri Anziani anche per raccogliere le opportune firme di adesione. Se personalmente e/o con la collaborazione di Amici e conoscenti hai modo di sostenere anche quest’ultimo intendimento scrivi a donamai@tin.it ti risponderò inviandoti in allegato il Documento amzidetto. A presto