Mutui: sorprese per le famiglie, le banche aumentano a dismisura le rate

I clienti si ritrovano al rogito con una brutta sorpresa: tassi di interesse molto più alti di quelli concordati.  Riflettori puntati sui mutui nell’inchiesta del mensile Valori sul numero di dicembre 2011/gennaio 2012: le banche aumentano a dismisura gli spread anche all’ultimo momento. È tutto legale? Sì, “grazie” all’assenza di leggi che tutelino il cliente e […]

I clienti si ritrovano al rogito con una brutta sorpresa: tassi di interesse molto più alti di quelli concordati.  Riflettori puntati sui mutui nell’inchiesta del mensile Valori sul numero di dicembre 2011/gennaio 2012: le banche aumentano a dismisura gli spread anche all’ultimo momento. È tutto legale? Sì, “grazie” all’assenza di leggi che tutelino il cliente e “grazie” a una norma, introdotta in sordina a maggio, che ha aumentato i tassi d’usura. Così le banche trasferiscono su decine di migliaia di famiglie una parte del prezzo della crisi finanziaria.

I mutui, già nell’occhio del ciclone a seguito dello scandalo-subprimes che ha sconvolto la finanza globale nel 2008, ora tornano alla ribalta con la crisi debitoria europea. Per parare i colpi del mercato impazzito – ma anche per guadagnare di più – le banche alzano i tassi d’interesse sui mutui, ben oltre la percentuale concordata con i clienti. Senza preavviso e anche a pochi giorni dal rogito, quando per i clienti è impossibile tornare indietro, se non perdendo la possibilità di acquistare l’abitazione (e la caparra versata). Possono farlo? Sì, approfittando di un vuoto legislativo che consente alle banche di modificare lo spread (il loro guadagno) anche alla firma del contratto di acquisto della casa.
Non esistono dati ufficiali: ma potenzialmente – affermano gli esperti – in questa febbre di rincaro dei mutui potrebbe essere stato coinvolto chi ne ha fatto richiesta fra maggio e settembre. Vale a dire circa 100 mila persone, che si ritrovano a dover pagare rate molto più consistenti di quelle che erano state concordate all’inizio. A dare un ampio margine di manovra alle banche è stata una disposizione – passata un po’ in sordina – contenuta nel decreto Sviluppo del governo Berlusconi firmato lo scorso maggio, che, dal primo luglio scorso, ha radicalmente modificato il metodo di calcolo del tasso di usura. Risultato: la soglia è aumentata. Per i mutui a tasso fisso il tasso di usura è passato dal 7,02% al 10,44% e, per i mutui a tasso variabile, dal 4,85% al 7,99%. Le banche hanno così potuto portare i tassi di interesse a livelli che fino a giugno sarebbero stati illegali. Per fortuna gli istituti di credito non si comportano tutti allo stesso modo. Lo dimostrano le esperienze di Banca Etica e delle banche di credito cooperativo.

L’inchiesta si allarga poi alle assicurazioni immobiliari, polizze legate ai mutui (la cosiddetta “Cpi, Credit protection insurance”) che coprono i casi gravi di impossibilità a ripagare il prestito: la perdita del posto di lavoro, l’invalidità permanente e la morte. Polizze utili, ma costose e, soprattutto, che dovrebbero essere facoltative. Peccato che spesso le banche le propongano con modalità che – di fatto – le rendono obbligatorie. E a guadagnarci sono proprio le banche, per un business da 2,5 miliardi di euro all’anno.

Il dossier di copertina indaga poi le vie sostenibili dell’Expo 2015: a tre anni e mezzo dall’inizio della kermesse che richiamerà a Milano milioni di visitatori di tutto il mondo, Valori regala a Formigoni e Pisapia idee, proposte e progetti concreti perché l’evento possa diventare un’occasione rara di sostenibilità economica e ambientale. Ma il dossier mette anche l’accento sui processi di lobbying e sulle ombre nella gestione del territorio avviati della macchina organizzativa. Perché regione e comune non possano invocare l’alibi della “via obbligata”.
Le pagine della sezione economia solidale si concentrano invece sul consumo di territorio: il Bel Paese è mangiato dal cemento a ritmi che – come dimostrano i disastri di Genova, Cinque Terre, Elba, Roma e Messina – si sono rivelati insostenibili. E si moltiplicano gli appelli per vincolare le aree agricole e recuperare il patrimonio edilizio dismesso. Prosegue poi – siamo alla decima puntata – la serie di inchieste di Valori sul made in Italy alimentare a rischio: a dicembre è il turno del cioccolato, una filiera che dimostra come la scelta di puntare sulla qualità porti frutti dolcissimi. Come ogni mese, infine, Valori si conclude con lo sguardo ad ampio raggio della sezione internazionale. Il viaggio parte dal Giappone dove – dopo sette mesi dal terremoto e dallo tsunami che hanno travolto la centrale atomica di Fukushima – la situazione è ben lungi dall’essere sotto controllo, e gli ostacoli al passaggio delle informazioni pesano. E prende il via un nuovo appuntamento di Valori con l’osservatorio sul Medio Oriente, che questo mese si concentra sul Qatar.

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