Roma taglierà drasticamente la spesa della giustizia, come da manovra e da delega del Parlamento.
Entro trenta giorni sarà tutto fatto.
Dal Ministero di Grazia e Giustizia, dove abbiamo incontrato il Dott. Luigi Giuseppe Birritteri, capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, ci viene ribadita la ferma volontà di voler procedere alla eliminazione dei tribunali minori. E la provincia dell’Aquila difficilmente potrà conservare anche due dei suoi tre tribunali.
Ora, assunto che la presenza dello Stato sul territorio andrà necessariamente ridisegnata in maniera completamente diversa – poichè figlia di un’era che non esiste più – dobbiamo prendere la nostra penna e sederci a disegnare anche noi, se non vogliamo che Roma lo faccia al posto nostro utilizzando la mannaia. Assistendo, di fatto passivamente, ad una continua ed estenuante spoliazione di tutti i presidi di diretta emanazione della Stato sul territorio.
L’Aquila è tra le prime dieci province più grandi d’Italia e ha una densità di popolazione assai scarsa, fattori che, incrociati, generano numeri inesistenti in termini di produttività e di efficienza dei suoi uffici. E’ ormai chiaro che non riusciremo a salvare un presidio per ciascuno dei tre comprensori e a trattenere, quindi, ben tre uffici dello stesso dipartimento e/o agenzia. Ergo, ciascuno deve necessariamente trovare una diversa organizzazione al proprio interno.
Dunque, salva la presenza nel capoluogo degli uffici per ogni competenza dello Stato, gli altri due comprensori devono provare a salvaguardare un altro presidio. A cosa ciascun comprensorio è disposto a rinunciare pur di potenziare altri diversi presidi, vicini alle proprie eccellenze e specificità? Questa è la dialettica che ci deve guidare, cioè quella di una negoziazione tra di noi: fare da soli i tagli ma programmare, al contempo, quale altro presidio/ufficio potenziare. Se saremo capaci di procedere in questo modo, la provincia dell’Aquila, proprio per la specificità del suo territorio, potra’ riuscire a mantenere ben due presidi per ogni ufficio, anziché l’unico che le spetta in quanto Provincia. La questione dei Tribunali minori deve inaugurare una nuova stagione di governance del territorio Aquilano che riesca a trasformare la sua straordinaria e peculiare orografia in un punto di forza. Questa è la sfida. Mettere insieme la nostre forze ed abbandonare le rivendicazioni di quartiere che tanto hanno creato nocumento all’Abruzzo interno. Che è gravido di eccellenze come l’agroalimentare del Fucino – autentico giacimento alimentare nazionale -, i laboratori di Fisica nucleare del Gran Sasso, il polo famaceutico dell’Aquila, l’Università dell’Aquila, i poli turistici di Roccaraso/Aremogna e di Ovindoli/Campo felice, la presenza di prestigiosi ristoranti stellati, lo straordinario patrimonio culturale a Sulmona, l’Abbazia Celestiniana, Albafucens, e Amiternum, la presenza di numerosi Borghi più belli d’Italia…
Rivolgo un appello a tutte le forze produttive, alle forze sindacali, alla politica, alle istituzioni, agli ordini degli Avvocati affinché ci si possa incontrare immediatamente: abbiamo i giorni contati.
Potremmo pensare di condividere con i territori il progetto di un unico Tribunale di Avezzano & Sulmona, con sede in uno dei due centri e con le due sezioni (civile e penale) scisse tra i due presidi. In fondo la distanza che separa Sulmona da Avezzano è di appena 40 minuti. Peraltro di autostrada… mentre spostarsi da un capo di Roma all’altro ci vogliono circa 80 minuti…
Continuare nelle difese di ufficio e campanilistiche dei due presidi avra’ come risultato la concentrazione degli uffici periferici dello Stato solo e soltanto nel capoluogo di Provincia.
Fabio Spinosa Pingue
Presidente Confindustria L’Aquila
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