Fuga di cervelli, dottori verso l’estero

Sono soprattutto uomini i dottori di ricerca che scelgono di lasciare l’Italia, mentre per quanto riguarda la mobilita’ interna tra le regioni piu’ scelte ci sono il Trentino, il Piemonte, il Veneto e il Lazio. È quanto afferma l’Istat, che tra dicembre 2009 e febbraio 2010 ha realizzato la prima indagine totale sui dottori di […]

Sono soprattutto uomini i dottori di ricerca che scelgono di lasciare l’Italia, mentre per quanto riguarda la mobilita’ interna tra le regioni piu’ scelte ci sono il Trentino, il Piemonte, il Veneto e il Lazio. È quanto afferma l’Istat, che tra dicembre 2009 e febbraio 2010 ha realizzato la prima indagine totale sui dottori di ricerca che avevano conseguito il titolo nel 2004 e nel 2006 al fine di analizzarne la condizione occupazionale a, rispettivamente, circa cinque e tre anni di distanza. Scrive l’istituto: “L’universo e’ costituito da 15.568 dottori di ricerca: 8.443 del 2004 e 10.125 del 2006”.

Al centro dello studio, quindi, la migrazione interna e quella verso l’estero. Le emigrazioni dei dottori di ricerca, scrive l’Istat, “dalla ripartizione geografica di origine seguono la direttrice Sud-Nord, riflettendo, a volte, scelte di trasferimento assunte gia’ prima del dottorato”. Risulta quindi che “piu’ dell’80% dei dottori originari di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Sardegna continua a vivere nella stessa regione. Una minore capacita’ di trattenimento (inferiore al 70%) e’ esercitata dalla maggior parte delle regioni meridionali”. La capacita’ attrattiva maggiore “si riscontra per Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio e Piemonte: oltre il 24% dei dottori di ricerca che vivono in queste regioni al momento dell’intervista risulta provenire da altri contesti regionali”.

Guardando al Centro e al Mezzogiorno, “il saldo (rispetto alla residenza prima dell’iscrizione all’universita’) risulta decisamente negativo per le regioni dell’Adriatico centro-meridionale, per la Basilicata, la Calabria e la Sicilia (bilancio negativo di oltre il 20%)”.

Piu’ propensi allo spostamento verso l’estero “sono i dottori di ricerca di sesso maschile, mentre non si riscontrano differenze di genere con riferimento alla mobilita’ interna”. A muoversi di piu’, soprattutto al di fuori dei confini nazionali, “sono i dottori che provengonono dal Nord che hanno trascorso periodi all’estero durante il percorso di studi o che nel proprio lavoro svolgono attivita’ di ricerca in modo prevalente. Una maggiore attitudine allo spostamento si riscontra tra quanti hanno conseguito il dottorato a un’eta’ inferiore ai 32 anni e tra coloro che provengono da famiglie in cui almeno uno dei due genitori ha conseguito un titolo universitario”.
L’attitudine alla mobilita’ “e’ evidente soprattutto per i dottori di ricerca dell’area delle Scienze fisiche, delle Scienze matematiche e informatiche e dell’Ingegneria industriale e dell’informazione”.

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