Non esiste una fase uno e una fase due, ma un’azione di governo che persegue un terzetto di obiettivi che vanno a braccetto: il consolidamento dei conti pubblici, la crescità e l’equità. Non può esserci l’uno senza gli altri. E’ questo il primo messaggio che il Presidente del Consiglio Mario Monti dà nella sua conferenza di fine anno in cui anticipa, senza entrare troppo nei dettagli, le prossime misure per lo sviluppo che saranno contenute in un pacchetto che lui stesso invita a chiamare ‘Cresci-Italia’. E già da questo si capisce che, ad ogni modo, le settimane a venire segneranno un nuovo passo per il governo e per il Paese.
Se quanto fatto finora è servito a mettere in sicurezza i conti pubblici, ora si darà spazio alle misure per far crescere il nostro Pil. “Quanto fatto fino ad oggi era un atto dovuto – spiega il premier – , oggi comincia l’atto voluto del mio governo”. La crisi e l’instabilità dei mercati “sono un problema europeo – continua – ma era necessario che l’Italia, terza economia dell’Europa, mettesse in sicurezza i propri conti pubblici. Questo lo abbiamo fatto con il decreto ‘Salva Italia’, che ha comunque perseguito gli obiettivi di una maggiore crescita ed equità sociale”. E poi una rassicurazione al Paese, prima ancora che alle forze politiche che sostengono l’esecutivo: non ci saranno altre manovre lacrime e sangue. “Nessuno pensi che occorra un’altra manovra restrittiva – afferma Monti -, ma nemmeno che la fase della crescita che ci attende significhi larghezza finanziaria”. Mette le mani avanti il Presidente del Consiglio e avverte che la fase dello sviluppo non farà ricorso a denaro pubblico – che è poco – ma utilizzerà “l’equità come leva”: dunque spazio alle liberalizzazioni, alla concorrenza, alla stimolazione del capitale umano attraverso la ricerca e l’università. E poi la riforma del mercato del lavoro, che avverrà attraverso il confronto con le parti sociali e che ha come obiettivi “il superamento del dualismo del mercato del lavoro e la tutela dei lavoratori”.
Un capitolo importante dell’azione di governo continua ad essere quello della lotta all’evasione. Monti riconosce al decreto varato a dicembre il merito di aver “messo a disposizione gli strumenti per combattere in modo incisivo l’evasione”. E la stessa riforma delle rendite catastali sarà uno strumento per “porre fine agli abusi e per creare una maggiore aderenza tra il fisco e la realtà effettiva”. Da questa riforma, dunque, non arriveranno maggiori imposizioni sulle case – assicura il premier – ma una maggiore equità.( mcr-AgenParl)
Il mio commento è, facciamolo lavorare perché non è facile sistemare un’ Italia incasinata.
Anzi diciamo che in poco tempo sta prendendo già tanti provvedimenti con buone iniziative.
Quindi, a Monti e a tutti i Ministri dobbiamo dargli solo tempo..