Maurizio Diara, livornese di 51 anni, disabile con una gamba amputata in seguito all’embolia che l’ha colpito due anni fa, vive in condizioni difficili, afferma: “Quando sono solo in casa sono costretto a fare pipì in un secchio”. Maurizio vive con una protesi, in una casa popolare in via Bixio. Grande 51 metri quadrati, l’appartamento ha un bagno largo soltanto 90 centimetri. Per Maurizio è molto complicato utilizzare il bagno viste le sue dimensioni. “La protesi rende difficili i suoi movimenti – racconta la moglie, Giusi Apicella – ed è già caduto tre volte procurandosi ferite ad entrambe le gambe”. Per evitare altre brutte cadute, Maurizio ha tentato di utilizzare la carrozzina per andare in bagno, ma le dimensioni del vano sono troppo piccole per avere libertà di movimento con la carrozzina. Pertanto, ogni volta che deve utilizzare i servizi igienici, se non ha l’ausilio di nessun familiare, Maurizio ricorre a un secchio.
La famiglia livornese ha richiesto all’amministrazione comunale livornese un nuovo alloggio popolare, più spazioso, almeno per quanto riguarda il bagno. La domanda è stata inoltrata nell’ottobre 2010 ma ancora nessuna risposta concreta. In realtà, il Comune ha offerto due sistemazioni alternative in altri alloggi popolari, ma “anche in questi il bagno era troppo piccolo” dice la moglie Giusi. A complicare la situazione, l’assenza di ascensore nell’appartamento. “Fortunatamente abitiamo al primo piano – dice ancora Giusi – ma sarebbe meglio poter usufruire di una casa con l’ascensore”. Giusi e Maurizio hanno una figlia di otto anni. Giusi lavora in nero, mentre Maurizio, soprattutto a causa della sua disabilità, è disoccupato. Vive con una pensione di invalidità. La loro questione è stata sollevata anche da La Nazione di Livorno.
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