Si è aperto stamattina a Taranto, dinanzi alla Corte d’assise (presidente Rina Trunfio, giudice a latere Fulvia Misserini, e sei giudici popolari estratti dall’apposito albo) il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana (Taranto) strangolata il 26 agosto 2010 e gettata in un pozzo, nelle campagne di Avetrana, dove il corpo fu ritrovato nella notte tra il 6 e il 7 ottobre. Nove alla sbarra: principali imputate sono la zia Cosima Serrano e la figlia,Sabrina Misseri, le uniche persone detenute. Lo zio Michele, accusato di aver soppresso il cadavere con le due donne, e’ libero dal 30 maggio dopo sei mesi di carcere.
Grande folla di giornalisti presenti (una cinquantina gli accreditati) e di curiosi (70 i posti disponibili, decine le telefonate arrivate ieri a palazzo di giustizia). Maxischermi sono stati approntati in sala stampa, di fronte all’ingresso dell’aula. A poco più di sedici mesi dal delitto, accusa e difesa sono chiamate a scoprire la verità. L’udienza oggi sarà tecnica, in quanto dedicata alle questioni preliminari (il Comune di Avetrana potrebbe chiedersi di costituirsi parte civile), alla ammissione dei mezzi di prova (circa 200 i testimoni chiesti dalle parti) .
Sarah Scazzi: al via il processo
Si è aperto stamattina a Taranto, dinanzi alla Corte d’assise (presidente Rina Trunfio, giudice a latere Fulvia Misserini, e sei giudici popolari estratti dall’apposito albo) il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana (Taranto) strangolata il 26 agosto 2010 e gettata in un pozzo, nelle campagne di Avetrana, dove il corpo fu […]
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