L’autosospensione di Cna, Confartigianato e Confesercenti dal Patto per lo sviluppo credo rappresenti con chiarezza il fallimento di un’iniziativa volta principalmente a dare la sensazione che qualcosa contro la crisi si stava pur provando a fare.
Mi pare che il bilancio del Patto confermi le ragioni per le quali come consiglieri della Federazione della Sinistra io e il compagno Saia decidemmo di non aderire.
Ci era sembrata una trovata pubblicitaria ipocrita quella di far finta di allargare la partecipazione alla determinazione delle scelte quando in realtà si è assistito a una progressiva espropriazione delle prerogative del Consiglio Regionale e alla mancata attuazione delle disposizioni statutarie per quanto riguarda la concertazione.
Al fine di restituire al confronto caratteri non spettacolari ma di sostanza noi crediamo che vadano abbandonati modelli di governante improvvisati e recuperate le regole proprie della sovranità democratica a partire dalla piena attuazione dello Statuto.
Quando Confartigianato, Confesercenti e CNA lamentano di non aver potuto discutere su come destinare i 19 milioni del Fondo unico per le attività produttive e più in generale di Finanziaria e Bilancio non fanno altro che lamentare la mancata attuazione dello Statuto.
Il coinvolgimento delle parti sociali non è una benevola elargizione del Presidente ma un obbligo dettato dallo Statuto della Regione Abruzzo che forse molti non hanno letto.
Non vi è bisogno di alcun Patto per lo sviluppo quanto di una corretta applicazione dello Statuto regionale a cui la maggioranza, il Presidente e la Giunta di turno non possono che adeguarsi.
Infatti la concertazione è prevista all’articolo 11 dello Statuto e il comma 8 dell’articolo 12 prevede che sia disciplinata con legge regionale come dovrebbe avvenire anche per quanto riguarda gli Istituti di partecipazione e di democrazia diretta.
Invece di dare attuazione allo Statuto si è scelta la strada delle tavolate ad uso e consumo delle telecamere, una strada che non porta da nessuna parte come si comincia finalmente a constatare.
Maurizio Acerbo
Consigliere regionale PRC
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