La chiamata alla “guerra di liberazione” e le numerose istigazioni rivolte alla città da parte del Sindaco Massimo Cialente nel corso del Consiglio comunale di oggi costituiscono le paradossali premesse alla prossima campagna elettorale, da parte dello stesso Primo Cittadino.
Non c’è dubbio che l’ultimissima ordinanza sulla ricostruzione dei centri storici e la direttiva commissariale sull’emergenza siano assolutamente inaccettabili. Ma il Sindaco aveva il compito di contestare tali provvedimenti con un’adeguata decisione e con la dovuta pacatezza, comportamenti che determinano l’autorevolezza della presa di posizione di un’autorità istituzionale.
Il continuare a rivolgersi ad altre istituzioni con toni e atteggiamenti da “guerrafondaio” fanno perdere invece credibilità al Sindaco – e, conseguentemente, alla Municipalità – sia da parte delle stesse istituzioni nazionali, sia da parte dell’opinione pubblica, sempre più frastornata da questa lotta a colpi di carte e dichiarazioni molto pesanti.
Il Sindaco dimentica di avere due grandi responsabilità. La prima è quella di non essersi mai impegnato fino in fondo per la riorganizzazione logistica e funzionale del Comune, letteralmente alla deriva per inefficienza e disorganizzazione a causa di una sciagurata condotta amministrativa, e dunque non in grado di fornire risposte complete su questioni attinenti l’emergenza e la ricostruzione. La seconda è di aver dimostrato soddisfazione, nella fase iniziali, per le gestioni commissariali di Bertolaso prima e della Sge e della Struttura tecnica di missione poi, avendo ricoperto anche la carica di Commissario Vicario. In perfetta solitudine, senza mai riferire nulla in materia al Consiglio comunale, il Sindaco Cialente aveva collaborato e sostenuto il commissariamento della città. Quel commissariamento che oggi, nel corso di un Consiglio comunale dal quale sono andato via essendo molti punti all’ordine del giorno assolutamente inaccettabili, vuole che sia smantellato.
Ormai il triste scenario è chiaro. Le parossistiche dichiarazioni del Sindaco, poste chiaramente sul piano della campagana elettorale, insieme all’ultima ordinanza del Governo Monti, alle posizioni della Sge di Gianni Chiodi e alla Struttura tecnica di missione di Gaetano Fontana, porteranno la città verso il baratro.
Enzo Lombardi
Lascia un commento