Roma: le foto dell’artista cieco Evgen Bavcar “Il buio è uno spazio”

“Mi dovete chiedere non come ma perché fotografo. Scatto in rapporto ai rumori, ai profumi e soprattutto in relazione alla mia esperienza della luce”. Apre oggi al pubblico presso il Museo di Roma in Trastevere la mostra “Il buio è uno spazio” di Eugen Bavcar, artista sloveno, cieco dall’età di dodici anni. Deciso a superare […]

“Mi dovete chiedere non come ma perché fotografo. Scatto in rapporto ai rumori, ai profumi e soprattutto in relazione alla mia esperienza della luce”. Apre oggi al pubblico presso il Museo di Roma in Trastevere la mostra “Il buio è uno spazio” di Eugen Bavcar, artista sloveno, cieco dall’età di dodici anni. Deciso a superare il limite della cecità e, più ancora forse, a fare di quella privazione una sorta di risorsa, attraverso la macchina fotografica Bavcar sviluppa una poetica personale basata sui ricordi e le suggestioni evocate dal mondo circostante, creando “visioni dell’anima” oniriche ed emozionanti. I suoi scatti hanno il profumo della Slovenia ed esprimono il ricordo di spazi, luci e forme della sua infanzia. A coadiuvarlo nel suo lavoro ci sono i suoi “consiglieri-lettori”, persone senza troppe sovrastrutture, “con lo sguardo libero da ossessioni personali”. Tra questi preferisce da sempre sua nipote Veronica, protagonista di molte delle sue opere.

L’esposizione, che rimarrà aperta al pubblico fino al 25 marzo, presenta una selezione delle sue famose stampe in bianco e nero, e – in anteprima assoluta per l’Italia – alcuni dei suoi scatti a colori.
“Non sono un fotografo tradizionale, mi definisco piuttosto un artista concettuale. Le mie fotografie esistono in uno spazio particolare: nelle mie gallerie interiori che visito spesso grazie all’aiuto del mio terzo occhio – sottolinea Bavcar nel messaggio inviato al pubblico per la presentazione della sua mostra – . Tra me e il mio muro vi è, qua e là, qualche fotografia. Queste fotografie esistono per voi, che a vostra volta me le descrivete: in tal modo esse possono esistere per me”. La mostra, promossa da Roma Capitale, assessorato alle Politiche culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali, è curata da Enrica Viganò. La produzione è organizzata da Admira in collaborazione con Galerie Esther Woerdehoff, Parigi.

All’inaugurazione, che si è svolta ieri sera, è intervenuto l’assessore comunale alla Cultura, Dino Gasperini: “Bavcar, nella realizzazione dei suoi scatti, si fa guidare dagli altri sensi e, più di tutti, dal sentimento del ‘bello’, che non è semplice sensazione, ma memoria e intuizione- ha detto Gasperini- che ci raccontano la magia di una realtà da ‘sentire’ e percepire con nuove forme di concentrazione per costruire orizzonti differenti e fantasie ancora più solide o almeno quanto basta per riuscire davvero a cambiare il nostro modo di guardare il mondo”. (ec)

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