Donne italiane colpite soprattutto dalla violenza domestica

“La violenza sulle donne resta un problema in Italia, similmente a quanto accade in molti altri paesi del mondo. Con dati statistici che vanno dal 70% all’80% a seconda della fonte, la violenza domestica risulta essere la forma di violenza più pervasiva che continua a colpire le donne di tutto il Paese”. È quanto ha […]

“La violenza sulle donne resta un problema in Italia, similmente a quanto accade in molti altri paesi del mondo. Con dati statistici che vanno dal 70% all’80% a seconda della fonte, la violenza domestica risulta essere la forma di violenza più pervasiva che continua a colpire le donne di tutto il Paese”. È quanto ha affermato Rashida Manjoo, Relatrice speciale delle Nazioni unite sulla violenza contro le donne, durante la conferenza stampa tenutasi a Roma al termine della sua prima visita in Italia per una missione conoscitiva sul tema. La visita, durata 12 giorni e terminata oggi, è stata incentrata sul tema della violenza contro le donne in quattro contesti: l’ambito domestico, la comunità, la violenza perpetrata o condonata dallo Stato e quella in contesto transnazionale. Tra le questioni esaminate anche il femminicidio, la violenza contro vittime di discriminazione e migranti, le donne in carcere, disabili e transessuali. Secondo Manjoo, “il continuum della violenza tra le mura domestiche si riflette nel numero crescente delle vittime di femminicidio: dalle statistiche fornite risulta che nel 2006, 101 donne sono state uccise dal partner, marito o ex partner, e il dato per il 2010 è aumentato a 127”.

Tuttavia, ha spiegato Manjoo, “la violenza non viene denunciata in un contesto caratterizzato da una società patriarcale e incentrato sulla famiglia. La violenza domestica, inoltre, non sempre viene percepita come reato”. Tra le ragioni della mancata denuncia anche la dipendenza economica e la percezione che la risposta dello Stato sia inadeguata. Condizioni che diventano ancora più difficili per la denuncia nel caso delle donne rom e sinti o appartenenti ad altre minoranze. La visita di Manjoo ha interessato anche il sistema penitenziario italiano, da cui emergono altre criticità. “Sono sstata informata in merito alle difficoltà di accesso alle opportunità di studio e di lavoro – ha aggiunto Manjoo -, difficoltà riconducibili alla mancanza di risorse e alle pratiche discriminatorie poste in essere dal personale delle strutture carcerarie”. Numerose, inoltre, le lamentele sulla disparità di trattamento da parte di alcuni giudici di sorveglianza nel riesame delle sentenze per la scarcerazione anticipata per chi ha i requisiti per le pene alternative e le situazioni di detenute con figli.

Per Manjoo, in Italia non mancano le competenze per affrontare il problema. “Dai miei colloqui – ha affermato Manjoo – è emersa l’esistenza di una vasta esperienza e competenza nella fornitura dei servizi, inclusa l’assistenza legale, sociale, psicologica ed economica alle vittime della violenza contro le donne”. Tuttavia, per il Relatore speciale delle Nazioni unite, le sfide da affrontare sono ancora tante e la situazione politica ed economica del Paese non può essere una giustificazione per la diminuzione di attenzione e risorse sul tema. Per Manjoo, occorre un maggiore impegno per contrastare il fenomeno e incentivare la protezione dei diritti delle donne, anche attraverso una “piena partecipazione delle donne al settore del lavoro pubblico, privato e alla sfera politica. Il quadro politico e giuridico frammentario e la limitatezza delle risorse finanziarie per contrastare la violenza sulle donne, infatti, ostacolano un’efficace ottemperanza dell’Italia ai suoi obblighi internazionali”.

Una risposta a “Donne italiane colpite soprattutto dalla violenza domestica”

  1. Lory Emme ha detto:

    è da un po’ di tempo che sto seguendo un caso di un’amica che ha vissuto questa situazione, e quello che dichiara la Sig.a Manjoo non è assolutamente vero. Prima di tutto in Italia chi svolge il grosso lavoro di seguire le donne maltrattate, non sono le istituzioni pubbliche, ma le associazioni di volontariato che spesso sono mantenute in vita proprio da quelle donne maltrattate, che a loro volta aiutano le altre a uscire da questo baratro. La cosa che più sorprende, è proprio il fatto che tra queste donne ci siano avvocati, medici, magistrati, e non solo casalinghe o operaie, ma proprio dove c’è l’insospettabile, si annida la violenza e a maggior ragione si tende a nascondere i fatti. Per quanto riguarda i servizi sociali, funzionano solo in base alla sensibilità delle amministrazioni locali e purtroppo spesso, solo per un supporto morale quando invece, queste donne hanno bisogno il più delle volte di assistenza sia ne trovare lavoro, che di sostegno economico. Temo che la Sig.a Manjoo abbia preso un grosso granchio o abbia sbagliato la velina e stesse parlando di una altro paese, ma certamente non l’Italia, che non prevede nemmeno delle pene veramente serie per chi fa violenza alle donne!!!!

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