È successo alla fine di ottobre 2011, in una conferenza stampa con il presidente francese Nicolas Sarkozy a margine di un vertice europeo. Un giornalista ha chiesto se si fidassero delle promesse di riforma di Berlusconi e il francese e la tedesca si sono esibiti in una pantomima sarcastica ed insostenibile.
Sembrano passati mille anni da allora ed invece sono solo pochi mesi, bastati però al nuovo governo per fare più riforme di quante se ne sia fatte in Italia negli ultimi dieci anni, con un leader apprezzato che ci ha riconquistato un prestigio internazionale giunto ai minimi storici, descritto, con l’altro Mario, cioè Draghi, dalla stampa tedesca, come dotato di virtù prussiane, quelle stesse che venivano celebrate già 17 secoli fa nell’esercito romano, quello stesso che irruppe vittorioso nella foresta di Teutoburgo, nel 9 dC, spazzando via i Germani.
Dotato di cultura cosmopolita e grande competenza economica, Monti, adesso, si è inserito di diritto nell’asse Merkel-Sarkozy, chiamato ai vertici più importanti e capace di far valere la sua voce.
Insomma, con Monti l’Italia ha riconquistato il suo orgoglio, grazie alla messa in atto di programmi di riduzione del deficit e riforme radicali, con un tentavo, stavolta credibile, di abolire i privilegi e incastrare gli evasori fiscali, in modo tale che il berlusconismo sembra finito da anni sia finito da anni e finto così completamente che ai protestanti del nord, che si portano dietro i loro peccati fino al giorno del giudizio, il processo di redenzione è sembrato troppo rapido e radicale, da strepitare contro il vecchio cavaliere che non fa nulla e strapparsi all’interno.
L’ultima trovata di questa destra ottusa ed insoddisfatta è far circolare la voce che Mario (stavolta Monti), è troppo spalmato sulle posizioni della Merkel, ignorando a bella posta i richiami del professore a quella che ormai, al suo confronto, sembra solo una teutonica maestrina.
Come ha scritto Financial Times, Mario Monti ha detto e continua a dire in faccia le cose alla Merkel, affermando che egli, nei fatti, “supera tutti gli stereotipi sull’inettitudine degli europei del sud”, una polemica nata a proposito del naufragio della Costa Concordia e del suo comandante Francesco Schettino, ribaltando i cliché sugli italiani e la loro vigliaccheria o ossessione di “far bella figura”,e aggiungendo che “la crisi dell’euro ci dimostra ciò che può capitare quando si ignora la psicologia dei popoli per ragioni politiche”. Cosa che Monti non ha mai fatto.
Con Monti i tedeschi dovranno abituarsi a essere rimproverati amichevolmente, anche se per troppo tempo è successo il contrario. In Germania il nazionalismo si è sempre definito in rapporto all’Italia. Ma ora Monti ha fatto qualcosa che né Berlusconi né altri si sarebbero mai neanche sognato di fare.
Ha preteso che la Germania e la Francia smettano di comportarsi con “eccessivo autoritarismo” e ha ricordato ai due stati membri dell’Ue gli errori che hanno commesso nella politica comunitaria.
E, per sovra più, ha messo in guardia Merkel dalle proteste che scoppierebbero in Italia contro i tedeschi se Berlino non dovesse riconoscere gli sforzi del Paese.
E’ un Mario Monti decisamente soddisfatto quello che ieri, a tarda sera, ha parlato con i giornalisti a palazzo Justus Lipsius a Bruxelles, al termine di un Consiglio europeo piu’ lungo e complesso di quanto inizialmente previsto.
Un Consiglio che si è chiuso in una citta’ sotto la neve e semiparalizzata dallo sciopero generale del trasporto pubblico, con un accordo sul nuovo Patto di bilancio (il cosiddetto ”fiscal compact”), che impone ai Paesi Ue regole comuni di rigore sui conti pubblici e con una intesa sulla crescita e l’occupazione. Ancora, Monti ha portato a casa sull’Esm, il nuovo fondo salva-stati permanente che dal primo luglio sostituira’ quello provvisorio Esfm, anche se rinvia al prossimo Consiglio europeo di marzo la decisione sulle risorse a disposizione del meccanismo anticrisi. E si parla di almeno 750 miliardi, come chiedevano l’Italia e altri Paesi, e non 500 come voleva la Germania. Su questo punto si e’ registrata l’unanimita’ dei 27, mentre dire per Patto di bilancio e crescita, esso è stato sottoscritto da 25 paesi membri, con Gran Bretagna e Repubblica Ceca rimaste fuori, ma con l’Italia che continua a manovrare e da protagonista.
Ieri, in conferenza stampa, Monti ha dichiarato che il Consiglio europeo, ha accolto cio’ che ”il Parlamento e il governo italiano auspicavano, cioe’ il pieno riconoscimento degli impegni che tutti hanno sottoscritto, senza ulteriori appesantimenti o aggravi”. Ha detto, inoltre, che , il ”forte pacchetto” di misure messe in campo dall’Italia, ”’non avra’ la conseguenza di aggravare la recessione, ma di attenuarla”.
Certo, ha aggiunto in riferimento ai rilievi di Moody’s, ”non escludo” che il decreto ‘Salva Italia’ ”riduca il reddito delle famiglie italiane” ma ”sicuramente molto meno di come sarebbe stato dall’inerzia dell’Italia sui trend che aveva”.
Insomma, , il decreto ”ha evitato all’Italia di andare a sbattere contro il muro verso cui stava andando a sbattere”.
Tornando al tempo dei trionfi “latini”, Monti ci ricorda Sallustio, nume tutelare, oggi pià che mai, di questa mia città, che affermava, citando Tucidite, che solo giustizia e morale danno forza ad una società, capace di sacrifici, solo se “discordie, rivalità si esercitavano contro i nemici; mentre i cittadini gareggiavano tra loro in virtù, parsimoniosi nella vita privata e leali verso gli altri” (De Catilinae coniuratione IX, 1-2).
Carlo Di Stanislao
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