“Il giorno che non c’è la ‘ndrangheta”. Il sogno dei tanti calabresi onesti diventa lo slogan della manifestazione organizzata a Lamezia Terme per il 29 febbraio prossimo. Sarà una mobilitazione pacifica e democratica che avrà come fulcro il quartiere di Capizzaglie, il rione a grave rischio criminalità della città della Piana, territorio ‘off limits’ dominato da sempre dalle ‘ndrine locali e dalle famiglie ad esse affiliate. Proprio a Capizzaglie la notte di Natale è stata fatta scoppiare una bomba all’ingresso del Centro per minori stranieri senza famiglia gestito dalla Comunità Progetto Sud, guidata da don Giacomo Panizza. Sempre nei mesi scorsi si sono susseguiti gravi episodi di violenza, atti intimidatori e sparatorie in pieno giorno, che hanno generato un clima di grande tensione fra la popolazione. Per ribadire la volontà di sconfiggere il malaffare e per riaccendere la speranza nella gente comune e soprattutto nei giovani, è stata voluta la giornata promossa dalla Comunità Progetto Sud, insieme alle associazioni e alle cooperative sociali che da essa sono nate e che operano ormai da molti anni sul territorio lametino. A sostenere l’iniziativa la Cgil di Catanzaro – Lamezia.
E poi ancora Arci, Auser, Mcl, Fish Calabria, Confesercenti, Centro riforme – democrazia e diritti, Lila Calabria, R-Evolution Legalità, Acli Lamezia, Agesci, gruppo giovani “San Giovanni Calabria”, associazione volontariato “Perez” di Capizzaglie, associazione antiracket Lamezia, Legambiente, associazione il Girasole, cooperative Delta e Ciarapanì. Anche la Chiesa lametina è pienamente coinvolta nell’organizzazione della manifestazione: ad assicurare la loro collaborazione i tre uffici diocesani di Caritas, Pastorale giovanile e Pastorale del Lavoro. In pratica una nutrita e variegata rappresentanza della società civile, della realtà lametina convinta che “la ‘ndrangheta si può vincere se i cittadini si liberano dalla cultura mafiosa, se soprattutto gli imprenditori, i commercianti e i professionisti e le loro associazioni collaborano con le forze dell’ordine e con la magistratura denunciando chi chiede loro il ‘pizzo’ – si legge in un documento unitario che è il manifesto dell’iniziativa – la criminalità organizzata si vince rompendo la rete dell’indifferenza e della tolleranza, unitamente alla pratica della connivenza con le organizzazioni malavitose”. Il programma del “giorno che non c’è” è già pronto: la mattina del 29 febbraio, l’auditorium del liceo “Tommaso Campanella” sarà teatro di un happening con i giovani delle scuole della città. Nel pomeriggio, con una marcia pacifica e festosa, i manifestanti attraverseranno tutto il quartiere Capizzaglie. Una tappa è prevista proprio davanti al Centro per minori, colpito dall’attentato della notte di Natale.
Un’altra sosta è in programma davanti ad una rivendita di pane che, insieme ad altri esercizi commerciali, si è ritrovata al centro degli spari di qualche settimana fa. La produzione di pane casareccio è tipica del rione e per l’occasione verrà celebrato il “pane della giustizia”. La marcia si fermerà davanti al sagrato della chiesa di San Giovanni Calabria, la parrocchia del quartiere, dove prenderanno la parola il sindaco di Lamezia Gianni Speranza, il procuratore della Repubblica Salvatore Vitello e don Giacomo Panizza. “Il giorno che non c’è” si chiuderà con gli interventi dei giovani di Capizzaglie, l’immagine pulita e genuina di un quartiere che vuole scrollarsi di dosso un pesante passato e che vuole vivere un nuovo presente, per costruire un futuro di legalità e di giustizia. I promotori dell’iniziativa invitano tutta la popolazione a partecipare alla giornata di mobilitazione civile, esortano a parlarne in giro “per dire a tutti che il giorno che non c’è la ‘ndrangheta sta arrivando”.
Maria Scaramuzzino
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