La norma che imponeva la visita in Commissione per gli ultraottantenni è abrogata dal Decreto Legge 9 febbraio 2012 n° 5 art. 11 comma 1. La battaglia civile condotta da Gloria Capuano è stata vinta. Gli appelli al Parlamento, le proposte, gli articoli e la petizione ospitata sul nostro sito hanno sortito l’effetto sperato. E’ bello rileggere gli ultimi commenti dei nostri lettori felici per… la “libertà” ritrovata!
Di seguito pubblichiamo il messaggio rilasciato della Giornalista di Pace Gloria Capuano a tutti i lettori che l’hanno seguita in questa avventura: stanca ma visibilmente soddisfatta e pronta, con lo spirito che la contraddistingue, ad intraprendere una nuova avventura. Noi de L’Impronta saremo al suo fianco. Forza Gloria!
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Carissimi coetanei
come comunicato dal sig. Alberto Rametta, con il D.L. 9 febbraio 2012, n. 5, art. 11, comma 1, è stata abrogata la legge Valducci, almeno per quanto riguardava noi, con l’obbligo di sottoporci alla decisione di una Commissione medica locale solo perché ottantenni.
Abbiamo vissuto insieme questa incresciosa inutile stupefacente evenienza molto soffrendo ma anche sperando. Vero è che si trattava di una speranza, per i più, con assai poche possibilità di successo, essendo i tempi di ognuno non dilazionabili né ripetibili.
Tuttavia almeno un ricordo possiamo portarcelo dietro non dispiacevole, quello del sollievo di non essere stati mai soli, io avevo voi, voi avevate me. Per questo sento l’affettuoso dovere di ringraziarvi per avermi dato credito, per avermi sostenuta sempre con parole cortesi e di apprezzamento, così come ringrazio Donato Magi per il suo fondamentale contributo statistico e tutti coloro che hanno collaborato con notizie e preziosi pareri, e infine ringrazio il sito improntalaquila.org che ha offerto solidale ospitalità alla nostra via crucis.
Non sappiamo se siamo stati determinanti, ma poco cambia se lo siamo stati insieme a tante altre iniziative dello stesso nostro tenore.
Era importante batterci, non solo o precisamente per attaccamento materialistico ad una vita attiva, ma per la consapevolezza che anche un solo giorno di vita impiegata ad adoperarci per il prossimo – ivi compresi i nostri cari – è prezioso.
Con questa mia mi congedo da voi per occuparmi esclusivamente della splendida utopia del Giornalismo di Pace, nella speranza che il nostro impegno sarà servito anche per dare regole uniformi civili e umane alle Commissioni mediche locali.
Ora però, pur non volendo suggerire alcunché, sento il dovere di segnalare come sacrosanta giusta opportunità quanto fermento giudiziario potrebbe sortire da questa vicenda. Di fatto, indipendentemente dall’incostituzionalità della legge razzista che abbiamo combattuta, molte decisioni delle Commissioni a causa del procedimento anarchico, disumano e tutt’altro che trasparente di alcune di esse, potrebbero e dovrebbero essere invalidate con richiesta di rimborsi e di risarcimento del danno materiale e morale subito.
Suppongo però che noi ottantenni chiediamo solo d’essere lasciati tranquilli… ma nel pieno rispetto dei nostri diritti.
Ancora grazie.
Affettuosamente
Gloria Capuano
Roma, 12/02/2012
Ho sessantacinque anni e guido normalmente anche se preferisco i mezzi pubblici e…le mie scarpe. Non conosco la legge abrogata ma mi sia consentito dissentire dalle motivazioni che la Sig.a Capuano adduce per sancire la giustezza di questa abrogazione: la parità tra gli ultraottantenni e gli…altri. Cara Signora qui non si tratta di sancire la parità per legge, ma di prendere atto che in molti casi l’ultraottantenne (ma anche l’ultrasettantenne)non dispone di tutte le facoltà che fanno il buon guidatore, a cominciare dall’attenzione: è facile imbattersi in anziani che hanno percezione soltanto di ciò che sta loro davanti, non girano collo o testa per guardarsi a dx e sx, lo specchietto retro non lo usano più da tempo.Questo un medico non lo può certificare. Non faccio colpe a nessuno perciò che concerne le ingiurie del tempo ma queste ci sono e non si possono negare: io sono diverso da trent’anni fa, anche se ho maggiore esperienza e consapevolezza , ma mi accorgo che automaticamente ho adeguato la mia velocità (in autostrada, per esempio) alla prontezza dei miei riflessi: a trentanni i 180 kmh erano la normalità, oggi a 130/140 mi sembra di correre troppo. Talvolta ho visto degli anziani andare troppo lentamente, tanto da intasare il traffico e provocare pericolose manovre di sorpasso.Solo se si ha coscienza dei propri limiti si può guidare con sicurezza o magari smettere del tutto di guidare: il giovanilismo a tutti i costi non fa bene a nessuno:
Saluti Leonardo D’Annunzio, Pescara