La quinta serata del 62esimo Festival di Sanremo è stata aperta nel segno dell’amore sulle note di “All you need love” dei Beatles, baci (etero) e bandiere della Pace all’insegna di una ritrovata “normalità”.
Dopo le serate impalpabili, Ivanka Mravoza nell’ultima puntata ha voluto stupire l’Ariston con un magnifico abito da brivido e facendo concorrenza alla “farfallina” di Belen. Le canzoni sono state il fuoco dell’attenzione nella prima parte. I dieci big hanno avuto molto spazio. La musica ha prevalso allungando il tempo di attesa per Celentano che era previsto per le 22,00. La pubblicità e le 10 canzoni in gara hanno avuto la priorità e il pubblico ha dovuto attendere le 22,40 per l’intervento.
Introdotto da “C’era un ragazzo” cantata da Morandi è entrato in scena il “sorvegliato speciale” Celentano che irrompe sul palco cominciando a cantare “Thirteen women”.
Al via dopo il suo monologo che scatenerà altre polemiche.
Come una bomba ad orologeria nel suo monologo ha detto: “La corporazione dei media si è coalizzata contro di me, neanche avessi fatto un attentato allo Stato. Ringrazio quei 4-5 che mi hanno difeso. Mi ha colpito in particolare la voce di un prete che ho visto da Mara Venier: don Mario. Grazie don Mario: tu hai capito ciò che i vescovi hanno fatto finta di non capire. Mentre anche Travaglio, che credevo avesse capito, mi ha voluto attaccare. Ma io sono venuto qui a fare quattro chiacchiere con i 16 milioni di persone che hanno visto il Festival di Morandi. Per parlare di vita, morte e ciò che viene dopo. Sulla vita, la morte, l’Aldilà: su questi temi dovrebbero basarsi Famiglia Cristiana e Avvenire. E ribadendo che andrebbero chiusi non significa esercitare una forma di censura”. Dal pubblico si elevano i “basta” e interrompono l’intervento. Celentano appare colpito e sorpreso dalla reazione del pubblico, si ferma, poi replica: “Perchè basta? Perchè non mi fate finire di parlare? Siamo in democrazia e forse certe cose possono essere cose utili anche per voi…Se i giornali fossero miei ne cambierei l’impostazione. Per me potete stare aperti, parlare di Dio significa scrivere della politica del tempo di Gesù facendo i confronti con l’attuale situazione. Applausi e fischi in sala… Poi spazio alla musica con “’La cumbia di chi cambia”, brano tratto dal suo ultimo album ‘Facciamo finta che sia vero.’ Sembrava che Morandi volesse fermare la predica entrando in scena invece dopo una pausa Gianni dice: “Adriano, grazie”. E insieme cantano un brano del nuovo album di Adriano. Morandi durante l’interpretazione si commuove mentre il pubblico si alza in piedi. La presenza di Morandi salva la situazione e distoglie l’attenzione dalle precedenti parole e dai momenti di tensione. Alla fine un abbraccio tra i due qualche parola sussurrata all’orecchio. Celentano va via, resta il solo Morandi: “Io non dimenticherò questi ultimi 10 minuti tutte le immagini della mia vita fin da ragazzino quando cercavo di imitare Celentano”. Poi spezza una lancia in favore del collega: «Adriano ama Sanremo, la musica, i giornali, Adriano non odia nessuno».
Celentano anche questa volta è scappato di mano alla Rai. Il fenomeno Celentano ancora ha spiazzato sparando una valanga. Molte volte le sue “cazzate” sono di “buon senso” e sono indice di un qualcosa che nella nostra società non và.
Luisa Stifani
che tristezza!