Fipe, bene Monti sull’Imu per tutti

«Siamo certi che il presidente del Consiglio, Mario Monti, sarà fermo sul suo proposito di applicazione dell’Imu per la parte di immobile destinata ad attività commerciale anche quando la destinazione prevalente è quella della finalità sociale. In questo modo, l’imposta municipale sarà applicata nella misura giusta anche al piccolo bar di un centro culturale, sportivo […]

«Siamo certi che il presidente del Consiglio, Mario Monti, sarà fermo sul suo proposito di applicazione dell’Imu per la parte di immobile destinata ad attività commerciale anche quando la destinazione prevalente è quella della finalità sociale. In questo modo, l’imposta municipale sarà applicata nella misura giusta anche al piccolo bar di un centro culturale, sportivo dilettantistico o di culto religioso. Speriamo che questo principio venga considerato anche per combattere la concorrenza sleale da parte di soggetti che godono di esenzione e agevolazione di Iva e imposte dirette (come i circoli, sagre e feste di partito) che la Commissione europea considera addirittura come “aiuto di Stato”. Oltretutto questo regime di esenzione, che già di per sé crea concorrenza sleale, è utilizzato spesso per mascherare vere e proprie evasioni fiscali».
È questo il pensiero del presidente Fipe-Confcommercio, Lino Stoppani, nel riprendere quanto annunciato nella trasmissione Ballarò, anche in vista del decreto legge sulla semplificazione fiscale che andrà in Consiglio dei ministri.
«Anche se nel capitolo sull’Imu – evidenza Stoppani – non c’è alcun provvedimento, non abbiamo ragione per dubitare di quanto affermato dal sottosegretario all’Economia, Polillo, che il tema sarà in discussione domani. Anzi, siamo fiduciosi che il capitolo si estenda anche al problema di soggetti sottoposti a regime di facilitazione fiscale e contributiva».
Come evidenziato anche dalla rubrica radiofonica “Il Paese sommerso: storie di ordinaria evasione” in onda su Radio24, “I furbetti della lambada, del merengue e delle bocce hanno evaso oltre 250 milioni di tasse nel 2011”. L’evasione da parte di soggetti che svolgevano vere e proprie attività commerciali è stata resa possibile proprio facendo ricorso in maniera fraudolenta alla figura di ente non profit.
«La federazione che presiedo – conclude Stoppani – sta sostenendo uno sforzo enorme nel tentativo di contrastare culturalmente l’evasione fiscale che crea una concorrenza sleale anche all’interno del proprio settore oltre che nella società nel suo complesso. Condanniamo e prendiamo le distanze da chi non emette fatture e scontrini, ma non possiamo essere gli unici contro cui puntare il dito. L’evasione va combattuta, ma nessuno deve essere esente da questa operazione».

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