Nei giorni scorsi il governatore Gianni Chiodi ha dato notizia della prossima fine del commissariamento. Ora è necessario capire come sarà gestita questa delicata fase di transizione. Non è pensabile che si faccia un salto nel vuoto: compiti, responsabilità, strutture e soprattutto i tempi dovranno essere ben definiti. Un timore diffuso è che la macchina amministrativa aquilana non sia pronta, nonostante il rafforzamento di organico e di risorse nella fase post terremoto, a causa della polverizzazione delle sedi dislocate sul territorio, delle condizioni lavorative dei dipendenti e delle evidenti disfunzioni organizzative. Basti pensare che a tutt’oggi non è stato ancora ristabilito il sistema di certificazione digitale degli ingressi e delle uscite. Un quadro non incoraggiante sulla situazione finanziaria e contabile del Comune dell’Aquila è stato evidenziato anche dall’ispezione del Ministero dell’Economia e Finanze, che ha messo sotto la lente d’ingrandimento i debiti fuori bilancio, la lievitazione delle spese per il personale, le irregolarità nell’attribuzione degli incarichi dirigenziali e gli squilibri delle società partecipate. Emblema di tutta questa situazione è la paradossale e perdurante assenza di un Ufficio Relazioni con il Pubblico (Urp), strumento previsto dalla legge come interfaccia con il territorio e con i cittadini. Va riconosciuto invece al presidente Gianni Chiodi di essersi generosamente speso, in questi due anni, alla ricerca di soluzioni possibili, nonostante la presenza di apparati burocratici non sempre all’altezza dell’ardua sfida della ricostruzione.
S. Santangelo
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