Finalmente il dibattito politico prende forma in un’idea di ricostruzione dell’Aquila non “dov’era e com’era” ma come dovrà essere, ossia “meglio di com’era”! L’abbiamo sentito dallo stesso ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca, in visita all’Aquila lunedi 20 febbraio. “Per i centri storici – ha infatti tra l’altro puntualizzato – o si ricostruiscono come prima o si cerca di immaginare un piano che crei eccellenza per L’Aquila, che la prepari al futuro, a essere meglio di prima… Quale L’Aquila vogliamo ricostruire? Ora si sta facendo una copia sbiadita”: sbiadita in quanto, ha rilevato la stampa, evidentemente la formula fin qui seguita appare quella “in bianco e nero di una città…”.
I propositi del ministro e dunque, felicemente, del governo Monti, corrispondono esattamente a ciò su cui un gruppo di studiosi aquilani, finora ‘vox clamantis in deserto”, stiamo insistendo da mesi, a ciò che io ho sostenuto in articoli di stampa ed interviste pubblicate dal 2009 ad oggi ed a ciò che confermerò, esplicitandolo più articolatamente, nel libro dal titolo “L’Aquila 2029 negli itinerari del Nunzio” che la Onegroup è nell’imminenza di pubblicare. Ossia:
a) L’Aquila ripensata come città turistica, in una riconversione dell’economia di base del territorio sostanziata sull’unica nostra risorsa ‘strutturale’ odierna: natura-arte-cultura, che assieme ad attività economiche complementari (polo universitario, polo elettronico, ecc.) sarebbe eccellente materia prima per un’idustria turistica di montagna solida, non delocalizzabile e che potenzierebbe la città ma anche l’intero comprensorio montano, anzi, in un’offerta turistica mari/monti, lo stesso asse trasversale Tirreno-Adriatico.
b) Ricostruzione del patrimonio edilizio architettonico-artistico religioso e civile, nonché dell’intero centro storico cittadino entro le Mura Urbiche, che sia di qualità in modo che diventi più attrattivo e competitivo turisticamente: quindi recuperato in base al criterio direttivo della Bellezza rimediando a quegli errori architettonici, edilizi ed urbanistici del passato, segnalati nel libro dandone idee di soluzione.
c) Governi comunali di larghe intese quale unico strumento politico idoneo a realizzare con determinazione tale storica immane impresa, con elementi presi dalle varie forze politiche e dalla società civile in modo da ‘unire’ gli Aquilani come fu nel 1254 alla fondazione stessa della città.
Orlando Antonini
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