Uomini, giovani, affermati nel lavoro che uccidono per gelosia, abuso di alcol, incapacità di gestire la separazione, spesso con tratti di disagio mentale. È questo l’identikit dell’autore di omicidio e tentato omicidio domestico in Veneto, secondo la ricerca “Il fenomeno degli omicidi domestici in Veneto nel triennio 2009-2011”, promossa dalla Commissione regionale Pari opportunità e condotta dall’Osservatorio nazionale violenza domestica (Onvd) di Verona. L’analisi ha passato in rassegna i casi di omicidio tra le mura domestiche nel triennio 2009-2011, dedicando particolare attenzione – prima volta in Italia – anche ai tentati omicidi. In tutto i casi censiti sono stati 84 (36 omicidi e 48 tentati), con un totale di 92 vittime (rispettivamente, 39 e 53).
Vittime e carnefici. L’omicidio domestico viene commesso perlopiù da un uomo (78%) tra i 30 e i 50 anni, ai danni di una donna (64%) di qualche anno più giovane. Spesso autore e vittima sono sposati, fidanzati o convivono, mentre nell’8,7% dei casi sono ex. Un altro 26% origina da uno scontro tra genitori e figli. Quando sono vittime, i maschi hanno un’età media inferiore di circa 6 anni rispetto alle donne (per la presenza di casi di infanticidio che abbassano la media). Nel restante 9,7% dei casi i protagonsiti non hanno diretti vincoli affettivi o di parentela.
I protagonisti sono generalmente italiani, ma non mancano gli stranieri, perlopiù nordafricani o est europea: nei tentati omicidi sono il 22,6% delle vittime e il 36,1% degli autori, mentre negli omicidi sono rispettivaente l’11,1% e il 19,4%.
Come, dove, perché si uccide. Nell’autore (ma anche nella vittima) ricorrono con frequenza tratti di disagio mentale (41,6%), talvolta associati ad abuso alcolico. La gelosia incide per un 20%, mentre un terzo fattore rilevante è l’abuso alcolico (13%). La separazione – già presente o in corso – ricorre in oltre il 20% dei casi come elemento cruciale del conflitto, quasi sempre per l’uomo. Seguono il fattore economico (10,7%) e le differenze culturali o religiose (4,7%).
In larga parte il delitto avviene in casa (77%), con armi da taglio (41,6%) o da fuoco (17,7%). L’incidenza dei delitti è maggiore nelle cittadine e nei paesi delle province.
Si uccide di più in primavera (31%), meno in estate (23,8%), autunno e inverno (22,6%), con la massima concentrazione nel mese di giugno (12 casi, 14,2%). Statisticamente, il rischio è quasi tre volte più elevato il mercoledì (22,8%) rispetto alla domenica (8,4%).
Prevenire è possibile? I curatori della ricerca sottolineano che “È raro che questi crimini si manifestino senza segni premonitori. In almeno un quinto (20,2%) degli episodi analizzati sono riportati precedenti di violenza a carico dell’omicida o tentato omicida”. Non sono mancati casi in cui la vittima aveva già più volte denunciato aggressioni e maltrattamenti.
Un monitoraggio realizzato dall’Osservatorio sul territorio regionale nel primo semestre del 2011 ha individuato 1.224 casi di presunta violenza domestica, con 1.174 autori e quasi 1.500 vittime dirette o di “violenza assistita”. Secondo un monitoraggio triennale (2006-08) dell’Onvd in una media provincia veneta venivano segnalati oltre 6 casi di violenza al giorno, con più di 3 interventi nelle 24 ore da parte di carabinieri e polizia. (gig)
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