Si concludera’ domenica 4 marzo nel quartiere Pigneto a Roma, con un’esibizione mozzafiatoprevista nel pomeriggio, il tour italiano “Gaza Parkour” che, dal 17 febbraio scorso, ha portato 4 giovani atleti palestinesi in scuole, università, associazioni, centri sociali e piazze della Penisola, per incontrare fuori dalla Striscia, per la prima volta nella loro vita, altri coetanei e traceur (tracciatori), come vengono definiti i praticanti di questa spettacolare disciplinametropolitana, sempre piu’ diffusa a Gaza e nei Territori Occupati, perché dà corpo al sogno di potersi muovere in liberta’, oltrepassando i confini imposti dall’occupazione.
Nato agli inizi degli anni ‘80 nelle banlieue francesi, il Parkour o Free Running, come viene chiamato in America, consiste in uno sport acrobatico dallo straordinario impatto visivo, volto al superamento di qualsiasi genere di ostacolo urbano incontrato sul percorso, utilizzando tutte le capacita’ offerte dal corpo umano. Dopo vent’anni, questa particolare pratica, attraverso la rete, ha valicato la Striscia, divendo uno dei fenomeni giovanili del momento. Per Mohammed (23 anni), Abdallah (24 anni), Ibrahim (25 anni) e Jehad (24 anni), pero’ non e’ solo una tendenza, ma una vera e propria filosofia di vita: “Per noi e’ un gesto di liberta’, che aiuta a superare le difficoltà quotidiane nonostante le limitazioni e la sofferenza– spiegano – e ci da la speranza di poter andare oltre qualsiasi muro o barriera, imposta nella prigione a cielo aperto in cui siamo rinchiusi”.
Roma, Bologna, Milano, Bergamo e Palermo: queste le tappe toccate dell’iniziativa, promossa dal Centro d’interscambio Italia-Palestina di Gaza City, nell’ambito del programma “Sostegno a spazi verdi e attività sportive a Gaza”, finanziato dalla Provincia di Roma e presentato dalla Cooperativa Sociale Eureka Primo, in collaborazione con l’associazione Un ponte per… Assopace, Jalla Onlus, ACS, la Provincia di Benevento.
Diversi gli incontri con i ragazzi delle periferie capitoline, come quelli di Laurentino 38 o di Tor Bellamonaca a Roma e con gli studenti degli istituti superiori e universitari, come quelli avvenuti presso il “Liceo Socrate” di Garbatella, il “Gullace” di Cinecitta’ o presso la Facolta’ di Lettere e Filosofia di Palermo, seguito da stage di allenamento. Fra i Centri sociali autogestiti che hanno accolto la delegazione figurano il Tpo di Bologna, il Baraonda di Segrate; l’L38 Squot, il c.s.o.a. Corto Circuito e l’Ex Snia Viscosa di Roma. Infine lo Studentato Autogestito Anomalia di Palermo.
Tanti i workshop ed i momenti di formazione sportiva con le realta’ del Parkour italiano, come quello di Bergamo ad esempio, con Parkour Wave e Laurent Piemontesi, una delle leggende della disciplina. “Siamo felici di questa opportunita’, di essere riusciti a confrontarci con il movimento internazionale, a mostrare cio’ che siamo in grado di fare, ma soprattutto di aver avuto l’occasione di migliorare le nostre capacita’”, hanno dichiarato i ragazzi. Prima dello show finale, ulteriori training si terranno domani con il Parkour Roma ed i Wild Runners, a Poggio Mirteto e ad Acilia.
Ma non finisce qui. I ragazzi performeranno il prossimo 15 aprile, anniversario della morte di Vittorio Arrigoni, nel corso dell’inaugurazione ufficiale del Centro interculturale Italia- Palestina a lui intitolato, gia’ in funzione non solo con progetti di interscambio culturale, ma anche con corsi di lingue, fra cui l’italiano. In concomitanza con le Pre Olimpiadi, inoltre, il giugno prossimo sempre a Gaza, un evento internazionale coinvolgera’ tutti i “traceur” italiani incontrati nel corso della tournee’. “Il centro ed i viaggi di scambio sono solo una parte di un programma piu’ ampio – conclude Mary Calvelli, cooperatrice internazionale in Palestina – nato dalla volonta’ di sostenere la popolazione civile dopo l’Operazione Piombo Fuso. I fondi stanziati dalla Provincia grazie all’approvazione di una specifica delibera, incrementati dai contributi del 5 X 1000 devoluti dalla cordata di associazioni coinvolte, hanno consentito anche la costruzione di spazi verdi e di orti urbani in vari quartieri drammaticamente compromessi dai bombardamenti, per cercare di riqualificarli dal punto di vista ambientale e migliorare la vivibilita’ di una comunita’, gia’ duramente provata da anni di assedio”.
Loredana Menghi
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