Un’immagine per ognuno dei 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani, promossa dalle Nazioni Unite e firmata a Parigi nel 1948. Nasce da qui l’esposizione fotografica di Luciano Nadalini che si apre domani, 10 marzo, al palazzo del Capitano di Bagno di Romagna (Forlì-Cesena). La serie iniziale di scatti è stata ampliata per concentrarsi su alcuni temi che in questo momento l’autore ha a cuore. “A ridosso della festa internazionale della donna ho scelto alcune foto per riflettere sulla condizione femminile nella realtà contemporanea – racconta Nadalini – e ne ho inserite altre sui profughi Sahrawi per dare attenzione alla vicenda di Rossella Urru, rapita in uno dei loro campi. Inoltre, proprio quest’anno ricorrono i vent’anni dell’assedio di Sarajevo, che ho deciso di ricordare con immagini dei miei reportage nei Balcani”.
In mostra 45 fotografie che illustrano e rievocano al presente i maggiori conflitti degli ultimi decenni, vissuti in prima persona da Luciano Nadalini. Il fotografo bolognese, che dal 1984 lavora per L’Unità e ha collaborato con testate come L’Espresso, Panorama, Famiglia Cristiana e Il Venerdì di Repubblica, ha documentato eventi chiave della contemporaneità sia in Italia che in luoghi come Israele e Palestina, ex-Jugoslavia, Spagna, Canada, Kurdistan, Iraq, Sahara Occidentale, Burundi, Angola, Colombia, Honduras e Nicaragua. Attraverso i suoi scatti, i visitatori della mostra possono conoscere realtà difficili e scoprire quanta strada c’è ancora da fare perché i diritti umani diventino davvero universali. Possono però anche vedere come le donne in tutto il mondo non smettano mai di lottare per affermare la propria dignità. “L’esposizione viene inaugurata in occasione dell’8 marzo per sottolineare la particolare gravità di una condizione di discriminazione che ancora oggi subiscono le donne nel mondo – spiega Monia Giovannetti, assessore alla Cultura di Bagno – ma anche per richiamarne, attraverso le foto in mostra, l’inesauribile forza e la capacità di resistenza attiva”.
Ma come nascono, nella pratica, queste immagini così importanti per comunicare urgenti problematiche sociali? “Ci sono foto che amo più di altre per la storia personale che hanno dietro – racconta Nadalini – ma tutte scaturiscono da un misto di fortuna e di audacia. Bisogna trovarsi al posto giusto e al momento giusto, e in più avere il coraggio di buttarsi, lavorando anche clandestinamente, come quando, nel ’99, accettai un invito improvviso a partire per la Serbia e mi ritrovai per caso a Novi Sad proprio durante i bombardamenti della Nato”. Il frutto di questa e di altre esperienze sul campo è visibile fino al 6 maggio nell’esposizione, promossa dall’Assessorato alla cultura del Comune di Bagno di Romagna all’interno di “Bagno d’arte 2012”, con la collaborazione dell’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna e della Provincia di Forlì-Cesena e il contributo di Soggetel.
Esther di Raimo
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