Nell’anniversario delle prime proteste contro il regime siriano di Assad, l’Onu entra di nuovo in campo con nuove iniziative (come quella annunciata a Ginevra) finalizzate, nell’immediato, a fermare la repressione mentre alla decisione dell’Italia di sospendere l’attività della propria Ambasciata a Damasco è seguita quella delle sei monarchie arabe del Golfo che hanno annunciato di volere chiudere le loro rappresentanze diplomatiche perchè il regime siriano “sta continuando a massacrare il suo popolo”. La drammaticità della situazione ha indotto anche la Turchia ad invitare i suoi cittadini in Siria a tornare in patria per i “gravi rischi” alla loro sicurezza. Le attese iniziative dell’Onu sono essenzialmente legate alla missione fatta nei giorni scorsi in Siria dall’Inviato speciale per la Siria di Onu e Lega Araba, Kofi Annan che ha riferito sulla situazione del Paese al Consiglio di sicurezza. Nel “pacchetto” presentato da Annan ad Assad ci sono l’arresto immediato della violenza, l’accesso degli operatori umanitari e il dialogo politico. Tali proposte hanno il pieno consenso dell’Italia e trovano nella decisione di sospendere l’attività dell’Ambasciata a Damasco un’immediata corrispondenza nei fatti. La Russia, secondo quanto ha detto il Ministro degli esteri Sergei Lavrov, utilizza i suoi contatti con il regime siriano per far sì che Damasco cooperi con l’Inviato dell’Onu: “Noi lavoriamo quotidianamente con Kofi Annan e inviamo dei segnali a Damasco per far sì che i dirigenti siriani cooperino pienamente con la sua missione”, ha dichiarato Lavrov . “Noi contiamo sul sostegno di tutte le forze del Consiglio di sicurezza alla riunione di New York con Kofi Annan – ha aggiunto Lavrov -. Questo vuol dire che non sta solamente a noi e alla Cina di inviare segnali a Damasco”.
Intanto da Ginevra, la responsabile dell’Onu per gli aiuti umanitari Valerie Amos ha annunciato che una missione congiunta formata da governo siriano, Nazioni Unite e Conferenza della Cooperazione Islamica inizierà una missione di valutazione sul campo, visitando le città siriane di Homs, Daraa e Hama. La missione sarà guidata dal governo siriano e raccoglierà informazioni “di prima mano” sulla situazione umanitaria in varie città e villaggi, ha detto la Amos, che allo stesso tempo ha ribadito il suo appello a Damasco affinché consenta l’accesso “senza ostacoli” alle organizzazioni umanitarie, “affinché possano aiutare le persone che ne hanno bisogno, in maniera neutrale e imparziale”.
Siria, Onu: nuove iniziative dopo la missione di Annan a Damasco
Nell’anniversario delle prime proteste contro il regime siriano di Assad, l’Onu entra di nuovo in campo con nuove iniziative (come quella annunciata a Ginevra) finalizzate, nell’immediato, a fermare la repressione mentre alla decisione dell’Italia di sospendere l’attività della propria Ambasciata a Damasco è seguita quella delle sei monarchie arabe del Golfo che hanno annunciato di […]
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