La shock anafilattico è una reazione grave, talvolta mortale, legata ad allergie a cibi, conservanti, farmaci ed imenotteri (api e vespe), condizione che miete vittime ogni anno ed in ogni nazione del mondo civilizzato.
L’ultima vittima ieri: un bambino di Agrigento, di soli quattro anni, giunto morto in ospedale, dopo una iniezione di antibiotico fatta dai genitori su sollecitazione del pediatra.
Non c’entra invece l’anafilassi con la morte di Teresa Sunna, 28 anni, né col malore di altre due, di 36 e 62 anni, Anna Abrescia e Addolorata Piazzoll, finite in ospedale, dopo essere state sottoposte a un test per le intolleranze alimentari in uno stesso studio medico privato, nel centro di Barletta, che aveva acquistato i kit diagnostici su Ebay.
La morte della ragazza, ad alcuni giorni di distanza dal test, come anche i disturbi delle altre due donne, sono dovuti, come si è potuto poi accertare al sorbitolo, derivato alcolico che risultava contaminato nei kit comprato dallo studio medico, dall’Inghilterra e on-line.
La Procura di Trani ha aperto un fascicolo per avvelenamento colposo di sostanze alimentari, omicidio colposo e lesioni gravi e ha già provveduto a informare il ministero della Salute, perché dirami l’allerta. È così scattato l’allarme in tutta Europa dove sono in corso controlli a tappeto.
I tre test sono stati eseguiti nel centro di gastroenterologia del dottor Ruggero Spinazzola, in via Rizzitelli, associato con quello del dottor Pappagallo di Molfetta, studio sottoposto a sequestro e che, come hanno già scoperto i carabinieri, è sprovvisto di autorizzazioni sanitarie.
Ancora una volta, e questa in modo drammatico, la vicenda ci richiama sulla necessità di vigilare ed usare prudenza nel campo delle supposte allergie ed intolleranze alimentari, condizioni troppo spesso enfatizzate per profittare della creduloneria e dabbenaggine di molti pazienti.
I consulenti nominati dalla procura, dovranno esaminare innanzitutto la documentazione in atti e tutta quella che si riterrà opportuno acquisire presso strutture pubbliche e private. E, ancora, dovranno spiegare in che cosa consistesse il test somministrato alla ragazza uccisa e anche alle altre due donne intossicate, ma vive, nel centro medico di Barletta e se si tratti di protocolli riconosciuti dalla comunità scientifica.
Accertare, naturalmente, “natura, composizione e proprietà” della sostanza somministrata alle tre donne nell’ambulatorio; verificare se la sostanza potesse provocare un’azione tossica; dire quali fossero le patologie delle tre pazienti e se fossero appropriate le iniziative assunte dai due medici, Ruggero Spinazzola e Mario Donato Pappagallo.
Ciò che va ricordato e che sono numerose le situazioni e condizioni che possono influenzare il risultato dei test allergologici Oltre al ruolo critico dell’estratto diagnostico utilizzato, del tipo di dispositivo e relativa tecnica di utilizzo, zona del corpo scelta per la esecuzione del test, è opportuno tenere in debito conto anche dell’età dei pazienti e delle eventuali terapie in atto. Inoltre, nel corso di esecuzione di test cutanei, anche se con scarsa frequenza, sono possibili reazioni indesiderate locali, d’organo o sistemiche, queste ultime peraltro eccezionali. L’evenienza di queste possibili reazioni rende necessaria l’esecuzione di test da parte dello specialista allergologo o sotto la sua stretta sorveglianza con immediata disponibilità degli opportuni presidi terapeutici di pronto soccorso (Diagnostica delle allergopatie, Memorandum SIAIC, 1992).
Le reazioni sistemiche in corso di test cutanei sono principalmente dovute ai test di allergia a farmaci, antibiotici in particolare, mentre per i prick test con allergeni inalanti esse sono in realtà rarissime.
E’ comunque opportuno, sia per la tutela dell’ammalato che dell’operatore sanitario, dare piena osservanza alla raccomandazione circa la disponibilità dei presidi terapeutici di pronto soccorso.
Circa poi i cosiddetti test alimentari, il fenomeno delle supposte intolleranze alimentari ha offerto una combinazione di caratteristiche pressoché perfetta per quei terapeuti che hanno rinunciato a utilizzare, nell’esercizio della loro professione, il rispetto per la scienza, per il buon senso e anche per il prossimo. In effetti, le intolleranze, a differenza delle allergie, non hanno una sintomatologia codificata, si manifestano in maniera inaspettata e imprevedibile e sono, per chi crede nella loro esistenza, legate all’intervento di migliaia di possibili fattori diversi. Esse sono diventate il principale capro espiatorio per tutti i disturbi prevalentemente psicosomatici e tipici di coloro che tendono ad attribuire la responsabilità di tutto ciò che accade loro di negativo alle circostanze o a fattori esterni. Test non validati (e come si vede molto spesso pericolosi), costosi ma senza alcuna prova scientifica pullulano negli studi medici, ambulatori salutistici, erboristerie e anche farmacie. La diagnosi stabilisce problemi con una sostanza, se va bene, spesso con due, tre alimenti assieme. E da quel momento il percorso del ‘paziente’ diventa ad ostacoli, anche se nella maggior parte di questi casi si tratta di persone sane che a tavola potrebbe scegliere tutto ciò che fa loro piacere. Confusi e disinformati i pazienti agiscono ‘ in modo scomposto eliminando cibi con nutrienti fondamentali (come il latte e le uova) ma la lista dei cibi off-limits imposta da questi esami può essere anche lunghissima.
E confusione esiste anche nel personale medico e paramedico, tanto che, per entrambi, il Dipartimento di Medicina della ASL 01 di L’Aquila-Avezzano-Sulmona (diretto dalla dott.ssa Sabrina Cicogna), ha organizzato, per il prossimo ottobre, un corso formativa specifico, condotto dalle UUOO di Allergologia, Dermatologia e Gastroenterologia dell’Ospedale S. Salvatore de L’Aquila, al fine di chiarire i molti dubbi e fornire le procedure corretti di indirizzo diagnostico e terapeutico.
Tornando al caso di Barletta, allarmati i dati della Agenzia italiana del Farmaco, che ci dicono che delle oltre 40mila farmacie aperte online, sono pochissime quelle legali: appena lo 0,6%, con un altro 2% potenzialmente legale. E, ancora, uno studio sugli italiani e gli acquisti online, ha evidenziato che il 33% degli intervistati valuta positivamente la possibilità di acquistare farmaci in rete in ragione di una scarsa percezione dei possibili pericoli collegati e il 41% del campione ignora che, ad oggi, l’acquisto di farmaci su Internet in Italia e’ vietato.
Il Centro Antiveleni di Pavia, subito interpellato dal Pronto Soccorso dell’Ospedale Dimiccoli di Barletta dov’erano state trasportate d’urgenza le pazienti intossicate nello studio del dottor Ruggiero Spinazzola di Barletta, ha fatto tempestiva diagnosi e indicato, a distanza, l’unico antidoto che ha salvato la vita a due persone. Dagli specialisti del Centro si è appreso che “ Il composto tossico somministrato alle pazienti ha provocato una gravissima metaemoglobinemia, ovvero un’ alterazione dell’emoglobina che trasporta l’ossigeno nel sangue”. Di conseguenza, in pochissimo tempo, sopraggiunge la morte per arresto cardiaco, perché tutti gli organi restano senza ossigeno”. L’unico antidoto è il blu di metilene, che dicevamo, è stato in grado di salvare le due pazienti giunti in condizioni meno gravi.
Carlo Di Stanislao
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