A Tarquinia, organizzato da Agnese Monaldi uno speciale incontro con i poeti estemporanei
L’Italia è paese di artisti e poeti in molti casi anche di eccezionale valore sebbene talvolta, presi dalle molteplici problematiche quotidiane, arriviamo a trascurare gli aspetti migliori che la vita ancora ci riserva. Mi riferisco alla poesia in generale ed in particolare a quella, meravigliosa, estemporanea, un’arte sentita in tante Regioni del Paese che arricchisce di umanità il territorio e la sua gente Per difendere e diffondere questa bella musica dell’anima Agnese Monaldi – poetessa allumierasca e dea indiscussa della sestina, ha organizzato lo scorzo 30 marzo, una splendida serata, all’insegna dell’arte poetica a braccio a Tarquinia presso la trattoria Tarconte. La serata poetica resa preziosa dagli estempori cantori Mauro Chechi e Lorenzo Michelini con l’ausilio di un artista locale, Bruno Iacopucci, si è svolta all’insegna dei migliori auspici coinvolgendo il vasto pubblico presente che ha assegnato loro i temi su cui improvvisare in ottava rima. Doveroso ricordare, a titolo di cronaca, che Tarquinia è Patria naturale del canto a braccio con i suoi maestri del passato e ognuno di noi, amante di questa nobile arte, deve impegnarsi in prima persona affinchè non vada dispersa. Essa, patrimonio prezioso dell’intera umanità, va riportata in auge coinvolgendo le nuove generazioni e tutti i mezzi telematici di cui disponiamo. Dobbiamo convincerci, senza alcun dubbio che la poesia estemporanea, con il suo carico di sensibilità e umanità è cultura ed in quanto tale fa bene a ciascuno di noi ed al sistema Paese. Ricordiamo che nel linguaggio poetico si offre la massima possibilità di comprensione, abbellita dalla rima alternata per i primi sei versi e baciata per gli ultimi due, sintetica del vero senso della vita degli uomini che da sempre ci accompagna. Una passione consistente non solo nello studio della letteratura ma soprattutto nella lettura dei poemi antichi e delle origini dell’ottava rima quando gli estempori cantori, dopo un’intensa giornata di lavoro, si riunivano nelle osterie dove cantavano fino a giorno. Un discorso diverso meritano i grandi del passato, Angiolo Felice Maccaroni, poeta Leonessano , pastore autodidatta – autore della Pastoral Siringa un vero poema e, per rimanere in loco, Bartolomeo Battilocchio, il grande artista tolfetano. Ma veniamo a noi, alla bella serata del 30 marzo u.s. una meravigliosa trattoria con sala addobbata da sedie e tavoli apparecchiati come si costuma tra l’etrusca gente. Il tempo di salutare Agnese, Mauro Chechi e Lorenzo Michelini, veri maestri del canto a braccio, che un signore sulla settantina dai capelli bianchi mi saluta dicendo “ma tu non sei il gemello di Cabbia”. Alla mia risposta affermativa ci dilunghiamo in una discussione su vari argomenti e mi dice essere Angelo Poeta un pastore di Campotosto residente da anni a Riano Flaminio. Egli è proprietario di un gregge di circa 500 pecore e mi racconta la sua storia di transumante, fino a qualche anno fa, quando spostava le bestie dalla montagna alla pianura. Parliamo della tosatura che nessuno di noi fa più è ormai in grado di esercitare, un mestiere desueto. Essa è di fondamentale importanza per liberare dalla sofferenza del caldo le povere bestiole e per effettuarla si ricorre a tosatori extra comunitari. Poi il discorso volge verso la passione per la poesia e ai vecchi commercianti di Cabbia che lui conosceva. Intanto è pronto l’antipasto ed i poeti si alternano al microfono con le loro ottave di saluto. Caratteristica l’inflessione dialettale di Michelini e Chechi entrambi toscani, più contenuta quella della Monaldi che nei contrasti con loro gli da, come suol dirsi, filo da torcere. Tra prelibate libagioni, poesia estemporanea e splendide sestine scorrono, liete, le ore. Nell’intervallo alcuni interventi di saluto; una signora di Tarquinia, Paola Pesce, parla della bellezza della poesia; la dottoressa della RSA ( Residenza Sanitaria Assistita) Bellosguardo di Civitavecchia, Piera Milo, in un toccante intervento ha ben delineato il ruolo che la poesia svolge nei confronti delle persone anziane quale momento di ricordo e di massima espressività. Io ho portato il saluto del mio paese, Cabbia di Montereale, ricordando le due manifestazioni poetiche che organizzai, in tempi non lontani, alle quali Agnese partecipò come dama d’onore essendo l’unica donna sul palco. Poi la serata è andata avanti tra altre improvvisazioni e simpatici contrasti poetici. In chiusura Agnese ha omaggiato alcuni presenti con delle sestine molto reali e veritiere poiché lei , è il caso di dirlo e scriverlo a chiare note, canta con il cuore. Una simile serata non è solo un momento di primissima importanza culturale ma una spettacolare occasione che da lustro ed arricchisce interamente la zona apprezzando la spontanea genuinità poetica che appartiene a tutta la gente e ad ogni periodo della vita. Insomma una serata magica e piena d’emozione!
Nando Giammarini
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