Il 18% dei ragazzi aquilani di età compresa fra i 7 e i 14 anni manifesta un consistente disagio psicologico, un altro 3% è portatore di un disturbo psicopatologico strutturato Ptsd- Disturbo post traumatico da stress, vera e propria condizione clinica che necessita un intervento in ambito sanitario. A rivelarlo è una ricerca “A.t.A.b. Ambiente terra. Ambiente bambino). Dalla gestione dell’emergenza,alla valutazione, cura e monitoraggio del disagio post-traumatico nei minori aquilani” promossa dall’Università degli Studi di L’Aquila con la direzione scientifica del prof. Enzo Sechi. I dati emersi, saranno discussi e presentati nel congresso internazionale che si svolgerà proprio a L’Aquila nella prima metà del 2013 e saranno utilizzati nella redazione del nascendo “Protocollo nazionale per la gestione psicologica ed il trattamento clinico dei minori in emergenza” in corso di elaborazione dalla cattedra di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di L’Aquila.
I ricercatori hanno lavorato con oltre 1550 bambini delle scuole aquilane o assistiti nell’immediato post terremoto. Il lavoro sui minori e sulle loro famiglie ha permesso di disegnare un quadro piuttosto preciso. Solo il 27% dei bambini con cui si è entrati in contatto risulta assolutamente estraneo a disturbi psichiatrici mentre il 73% presenta problemi di ordine psicopatologico. “Di questi – chiariscono i responsabili della ricerca – soltanto un quarto presenta un franco disturbo psichiatrico, mentre approssimativamente i tre quarti presentano problemi ai limiti di un disturbo o più correttamente un’area di rischio. I problemi più rilevanti – continuano – sono stati: problemi psicosomatici, problemi di attenzione, problemi di isolamento relazionale, problemi ansioso depressivi”. È, infine, da sottolineare il fatto che la maggioranza di problemi ansioso depressivi che potevano configurare proprio disturbo psico-patologico strutturato era attribuita a minori il cui stile di vita post-terremoto è stato soggetto a cambiamenti e a situazioni familiari disagiate come per esempio cambiamento ripetuto di abitazioni o perdita di lavoro di uno o entrambi i genitori.
Elisa Cerasoli
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