E’ rientrata da qualche giorno dall’Argentina, stanca ma soddisfatta d’aver realizzato, in collaborazione con l’Università Nazionale di La Plata, un singolare progetto culturale, patrocinato dalla presidenza centrale della Società Dante Alighieri. Mesi di contatti, di preparazione artistica. Mesi anche d’attesa, per un sostegno economico dalla Regione Abruzzo, modesto, che non è venuto. Ma alla fine si parte lo stesso, agli inizi di marzo, per un mese denso d’incontri, ricco di ponti d’amicizia, fecondo d’opportunità di collaborazione artistica in un paese che con l’Italia ha qualcosa in più d’una ragguardevole comunanza di radici culturali, essendo la sua popolazione per oltre la metà d’origine italiana. E’ lontano dall’Italia il grande paese sudamericano. Eppure l’Argentina, su questa comunanza di fondo, continua ad alimentare verso il Belpaese una forte ed attrattiva passione non solo culturale, emotiva si direbbe, come quegli innamoramenti non effimeri che le distanze fisiche esaltano piuttosto che attenuarli, nel tempo e nello spazio. E in questo humus di forte affezione s’è innervato il progetto di Raffaella Cascella, eclettica artista abruzzese che al talento associa una buona dose di curiosità intellettuale e sperimentazione, portandola a ricercare partner per edificare ponti d’amicizia e di contaminazione culturale. Tutto nella consapevolezza profonda che il nostro futuro può contare su una prospettiva di nuovo umanesimo solo se si demoliscono barriere e steccati tra genti e paesi anche lontani, costruendo un mondo dove assonanze e diversità diventino patrimonio comune di valori, di popoli e persone che si conoscano sempre più da vicino e si rispettino. Giacché il destino dell’umanità può conoscere un futuro di serenità e di pace solo se si opera per condividere, più che per coesistere.
Ecco dunque come, per la seconda volta, Raffaella Cascella è tornata in Argentina, nell’area della grande capitale federale, Buenos Aires. In questa occasione con una missione culturale preparata ad hoc per quel paese latinoamericano. La presentazione del progetto, per promuoverne la realizzazione in ulteriori fasi d’avanzamento, era motivo e ragione stessa della missione. La Libera cattedra di Cultura Italiana dell’Universidad Nacional de La Plata (UNLP), non appena venne interessata sulla proposta, ne rimase intrigata e ne richiese la realizzazione, come pure la Dante di Buenos Aires. Per l’artista si prospettavano giorni intensi di relazioni e incontri. Diversamente dal precedente viaggio in Argentina, ora al lavoro realizzato in Italia si sommava quello che si sarebbe fatto in Argentina. Terra splendida, immensa, fertile, ricca di risorse e insieme ancora con sacche di povertà. L’artista abruzzese ha così vissuto un intero mese a La Plata, ospite d’una straordinaria e bella persona d’origine italiana, gentile ed accogliente: Gabriela Romairone, titolare della cattedra di Cultura Italiana nell’ateneo platense.
Raffaella Cascella ha potuto dunque assaporare il trantran quotidiano d’una famiglia argentina, con tutte le similitudini e le differenze con la nostra quotidianità. “Ho fatto la spesa nei supermercati del quartiere La Loma – racconta l’artista – e al fruttivendolo gestito da peruviani, ho passeggiato da sola nei parchi e lungo le calles e le diagonali della bella città sull’immenso estuario del Rio de la Plata. E ho potuto conoscere tante persone straordinarie: i nostri emigrati, in Argentina da alcuni decenni, i rappresentanti delle associazioni italiane, la simpaticissima coppia che presiede la comunità abruzzese di Ensenada. Tantissime persone, docenti, professionisti, giornalisti”. Durante il mio soggiorno argentino ho viaggiato un po’ nella pampa: piccole cittadine, tutte particolari, in uno scenario paesaggistico di forte suggestione”. L’hanno incuriosita, lungo le strade, gli “omaggi” dedicati a Gauchito Gil e a Difunta Correa, quasi come ex voto dei nostri santuari. Ha conosciuto antiche tradizioni popolari locali ed ha respirato l’Argentina più vera ed autentica, tra i gauchos. Per Raffaella Cascella, e non solo per lei, l’Argentina è una terra intrigante e stupenda, come poche. Affamata di cultura. Bisognerebbe solo che, anche lì, si avessero più risorse e più possibilità di fare. Ma questo è un periodo particolare per il Paese che con determinazione – e tanta speranza di farcela – cerca di superare le terribili situazioni della propria economia nelle quali gli sciagurati governi Menem e precedenti l’avevano ridotta. Ora il tasso di crescita dell’Argentina, con il governo del compianto presidente Nestor Kirchner e poi di sua moglie Cristina Fernandez, l’attuale “Presidenta”, da alcuni anni è significativo e promettente. Se ne gioverà il grande paese sudamericano per un meritato sviluppo che soddisfi le aspettative di lavoro della sua gente che, specie negli ultimi trent’anni, di avversità e disagi sociali ne ha dovuti subire a dismisura. Queste, in sintesi, le impressioni che l’artista pescarese riporta dalla sua seconda missione culturale in Argentina, con fondate possibilità di farne presto una terza.
Ma veniamo ora al progetto che Raffaella Cascella ha portato in Argentina, con l’alto patrocinio della Società Dante Alighieri, la prestigiosa associazione culturale italiana fondata nel 1889 da da Giosuè Carducci insieme a un gruppo d’intellettuali. L’artista abruzzese ebbe dall’Università di La Plata l’entusiastica adesione al suo progetto, quando glielo propose nel suo primo viaggio in Argentina. E così è nato il progetto “Lectura Dantis Figuralis – Arte, Azioni, Reazioni e Conversazione”, singolare esperienza che mette insieme letteratura, arti figurative, musica ed altre discipline creative. D’acchito, il tema sembrerebbe persino un po’ ostico anche per gli addetti ai lavori! Eppure, quando la nave della “performance” della Cascella lascia il porto per prendere il largo, tutto s’apre ad una forte suggestione. Il 26 marzo scorso, all’Università di La Plata, la sala del Rectorato era piena. Presenti il Console d’Italia, Spartaco Calderaro e il responsabile dell’area formativa del Consolato, Otello Migliorelli, i funzionari dell’ateneo, Marcelo Belinche e Ricardo Cohen, esponenti di associazioni culturali di La Plata, Berisso ed Ensenada, giornalisti, docenti dell’università platense ma anche di altre scuole di La Plata, città con quasi 700 mila abitanti, capitale della Provincia di Buenos Aires. Presenti anche alcuni tangheros, giacché nel progetto è contemplata, e studiata, la contaminazione artistica tra danza classica e tango argentino.
Tra il pubblico tanti cittadini comuni che l’artista ha conosciuto attraverso la quotidianità del suo soggiorno a La Plata, iniziato con l’arrivo dall’Italia nei primi giorni di marzo. Tornando all’evento, la conferenza di Raffaella Cascella si è dispiegata in tutto il suo interesse, con grande apprezzamento del pubblico che le ha tributato una lunga ovazione. Al termine, molti gli scambi d’opinione sulle differenze tra scuola italiana ed argentina. E’ andata molto bene, per l’artista un successo che ha posto le fondamenta per successive esperienze. Peraltro, il progetto artistico-didattico della Cascella mostra una notevole duttilità nell’adeguarsi alle realtà locali, per la capacità d’assorbire la valenza espressiva d’ogni cultura. Ogni diversità vi può trovare un’armonica composizione. In caso d’un auspicabile successivo step del progetto, l’Asociacion Dante ha proposto di tenere la conferenza in aprile, mese in cui iniziano le sue attività culturali. Ma l’artista ed autrice del progetto prevede invece di posticipare l’evento, per renderlo fruibile anche alla scuola italiana “Cristoforo Colombo” e all’Istituto italiano di Cultura di Olivos. Molto interessata al progetto anche una delle esponenti del Centro marchigiano di La Plata, Francesca Rastelli, che ne ha proposto l’esecuzione nel loro circolo culturale cittadino.
L’artista, durante la conferenza tenuta a braccio con il solo sussidio di un dvd autoprodotto, ha avuto netta l’ impressione che portare il suo progetto in una scuola e lavorare con insegnanti italiani e argentini sarebbe stato tanto agevole quanto stimolante. Chi vive di sperimentazioni, come da anni Raffaella Cascella fa nella sua attività artistica, avverte e comprende all’istante emozioni e reazioni che si producono nel pubblico, tra chi ascolta. E’ quanto ha confermato all’artista il dr. Migliorelli, direttore dell’Ufficio scolastico del Consolato italiano a La Plata e Buenos Aires, a consuntivo dell’evento. C’è infine da segnalare il calore dell’accoglienza che hanno riservato all’artista le associazioni abruzzesi e l’intera comunità italiana. Persone davvero straordinarie. “Volevano che tenessi una serie di lezioni sull’arte, in italiano – racconta Raffaella Cascella – ma non c’è stato tempo, e me ne sono dispiaciuta. Ho lasciato però una promessa, di farlo nella prossima missione, per la quale già molte basi sono state poste. Sono rientrata da qualche giorno in Abruzzo – aggiunge l’artista – ma il mio cuore, il mio entusiasmo e la voglia di fare sono rimasti lì, in Argentina, tra la Capital Federal e La Plata, lungo l’autopista che più volte ho percorso con amici o da sola. Oppure con il taxista, con il quale ho lungamente parlato della situazione politico-economica e culturale dell’Argentina e dell’Italia. Lì ci chiamano “tani”, noi italiani, ed io tra loro ero “tanita”. In alcuni momenti – annota ancora Raffaella Cascella – ho trovato situazioni simili, molto simili a quelle di casa nostra. Per motivi talvolta anche ovvi, ma che confermano comunque un’affinità di fondo. E poi non poteva mancare l’incontro con il tango argentino, che vivo come arte della danza e che fa parte del mio progetto. Lì, con il tango – conclude l’artista – si scopre davvero l’anima profonda dell’Argentina, l’indole della sua gente. Ho conosciuto diversi tanghéri ed un bravo maestro di tango, Mauricio Raùl Moreno, che ho invitato alla Conferenza. E’ anche intervenuto, durante i lavori. Il tango è una contaminazione talvolta non semplice da capire, eppure molto importante. Lo hanno però ben compreso i giovani presenti, con l’attenzione prestata alla conferenza. La mia collaborazione con l’Argentina continua. Spero di poter sviluppare ulteriormente questo progetto, che mi permette di esprimere, di avere e di dare tanto”.
Goffredo Palmerini
Raffaella Cascella è nata e vive a Pescara. Inizia la formazione di pittrice nella bottega paterna. Ottiene incarichi di restauro di opere d’arte dalla Curia. Studia da ritrattista, apprendendo le varie tecniche pittoriche. Collabora attivamente con diverse cooperative di animazione teatrale, realizzando scenografie e canovacci per pièces teatrali. Nel 2001 l’Università di Glasgow le commissiona una scenografia. Crea le scene per la commedia “Il Maestro”, del drammaturgo abruzzese Luigi Antonelli. Prosegue nel percorso d’ideazione e realizzazione di laboratori d’arte nelle scuole d’ogni ordine e grado. Realizza 15 video, come sceneggiatrice, per l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti, tre dei quali vengono premiate dall’Università “La Sapienza” di Roma. Dal 2001 è responsabile della didattica museale presso il Museo d’arte moderna “Vittoria Colonna“ di Pescara. In questo contesto, nel 2006, nasce l’idea d’un laboratorio sulla “Lectura Dantis Figuralis” per le scuole primarie, realizzato e pubblicato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca. Gli studi e le ricerche sulla decodificazione dell’immaginario dantesco ha portato alla realizzazione di vari laboratori. Questo in Argentina si è realizzato come incontro-conversazione per un pubblico universitario, ma anche eterogeneo, toccando l’aspetto ludico fondamentale della somma opera dantesca, poiché non esiste alcun limite alla fruizione dell’arte e della cultura, da sempre porta della civiltà. Il risultato dei vari laboratori di Raffaella Cascella saranno oggetto di studio per il suo saggio “La dissolvenza dell’opera d’arte nell’era del post-umano”, in corso di stesura. Intanto, dopo il successo della sua missione, s’attende con interesse la prossima avventura artistica di Raffaella Cascella nel paese sudamericano, a consolidamento di quell’ideale ponte con l’Italia per il quale l’artista pescarese può vantare d’aver reso un contributo culturale di sicuro rilievo.
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