Il contributo dell’Italia al fondo per sostenere le forze di sicurezza afghane al termine della transizione, a fine 2014, sarà “di sostanza e in linea con la quantità e la qualità della sua presenza in questo decennio” in Afghanistan. Lo ha assicurato il Ministro Giulio Terzi a Bruxelles durante il Ministeriale Esteri e Difesa della NATO. Il Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha ricordato che l’Italia ha recentemente firmato un accordo di collaborazione a lungo termine con l’Afghanistan. “E’ un’esigenza che va al di là degli aspetti militari per coprire anche quelli di governance e di sviluppo economico”, ha spiegato.
A Bruxelles si è fatto il punto sulle risorse da destinare all’Afghanistan dopo il 2014, ma le cifre verranno fatte al Vertice di Chicago del 20 e 21 maggio. Da parte italiana, ha spiegato Terzi, il contributo dopo il 2014 “sarà indicato auspicabilmente entro la scadenza di Chicago”. “La risposta avuta dagli alleati è stata incoraggiante”, ha comunque sintetizzato il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton al termine dei lavori. “Le forze di sicurezza afghane – ha detto – sono sulla buona strada e siamo fiduciosi di avere le risorse necessarie per il loro addestramento e reclutamento”.
Il Segretario Generale della NATO Anders Fogh Rasmussen ha sottolineato che “forze afghane in grado di fare fronte da sole alla sfida della sicurezza sono nell’interesse di tutta la comunità internazionale e dal punto di vista economico è molto meno costoso finanziare le forze locali piuttosto che dispiegare truppe internazionali in Afghanistan”. “Ciò che è uscito da questa riunione è la nostra forte volontà di finire il lavoro in Afghanistan”, ha assicurato il Segretario della Difesa Usa Leon Panetta. “Non possiamo abbandonare e non abbandoneremo l’Afghanistan”.
Fino a fine 2014, ci sarà un’uscita progressiva delle 130 mila truppe straniere schierate sotto comando NATO. La Francia ha annunciato il ritiro a fine 2013. L’Italia invece deciderà “solo a fine 2012 la tabella di marcia” per l’uscita dei suoi 4000 soldati, ha detto Di Paola, “e lo farà in coordinamento con gli alleati”.
A Bruxelles l’Italia ha portato avanti anche la propria iniziativa per risolvere la vicenda dei due marò detenuti in India. “I contatti con i principali partner sono continui”, ha detto Terzi, che in questa occasione ne ha discusso anche con il Ministro degli esteri danese, che è presidente di turno della Ue. La Danimarca, ha spiegato, è molto interessata al tema della libera circolazione marittima, della giurisdizione internazionale delle navi in alto mare e della giurisdizione esclusiva sui militari impegnati in azioni anti-pirateria, in quanto da sola rappresenta il 10% del traffico europeo marittimo. Il tema della lotta anti-pirateria è stato affrontato anche al Consiglio NATO-Russia, nel quale Terzi ha ribadito “il principio della giurisdizione nazionale sulle navi di bandiera nelle acque internazionali e sui militari ‘organi dello Stato'”.
Lascia un commento