Siamo lieti di notare la reazione di dignità da parte dei giornalisti abruzzesi di fronte le parole dell’attuale capo della protezione civile Franco Gabrielli.
Non è la prima volta che l’ex-prefetto dell’Aquila si spende generosamente per difendere l’operato del suo predecessore Guido Bertolaso e della commissione grandi rischi in barba alla nostra città e ai nostri morti. La riprova è che l’ex capo dei servizi segreti si è permesso di pronunciare parole simili a quelle riportate ieri nell’ambito del processo alla commissione grandi rischi, lo stesso 6 Aprile a L’Aquila dal ridotto del teatro approfittando della presenza dei giornalisti nazionali.
E’ ora che gli aquilani abbiano bene in chiaro chi siano i loro nemici e che non ci sia più disinformazione a riguardo. Per questo è bene ricordare anche che Gabrielli è l’artefice del ridicolo “sequestro delle carriole” e del subdolo tentativo di repressione di quel movimento osteggiato dalle cricche.
Proprio qualche giorno fa un quotidiano locale ricordava che a ottobre alcuni cittadini tra cui membri del nostro comitato dovranno presentarsi in un aula di tribunale per quella vicenda.
Era il 28 Marzo 2010 giorno delle elezioni provinciali. Il prefetto Gabrielli nella settimana precedente dichiarava che avrebbe fermato l’ennesima rivolta delle carriole “con la forza” in nome della legge sul silenzio elettorale. Peccato che di elettorale le carriole non avevano niente e che il seggio più vicino distasse almeno qualche Km. Le notifiche pervenuteci riguardo il processo infatti – a differenza di quanto riportato da “Il Messaggero d’Abruzzo” – ci contestano “solo” i reati di manifestazione non autorizzata e violazione della zona rossa per cui allora dovrebbero essere indagati migliaia e migliaia di aquilani. E’ ovvio che Gabrielli aveva il mandato di tamponare una protesta che dava fastidio alla cricca come le recenti intercettazioni che coinvolgono monsignor D’Ercole e il ministro Giovanardi dimostrano. Quel giorno scendemmo in piazza (e ce lo rivendichiamo, link qui sotto) proprio a dimostrazione che con le elezioni le carriole non avevano niente a che fare ma invece erano un fenomeno spontaneo e fuori dalle logiche partitiche. Scendemmo in piazza in tanti per dimostrare ad un nemico dell’Aquila come Gabrielli che non ci saremmo fermati di fronte alle sue minacce strumentali.
Ad ottobre in sei andremo a processo per questo, per esserci opposti a chi oggi usa parole riconosciute da tutti come infamanti. Altri soldi pubblici verranno spesi per un processo inutile. Chiediamo allora a chi oggi si sente offeso dalle parole di quest’impostore, solidarietà. Una volta ancora chiediamo alla città, a tutti coloro che insieme a noi spalavano quelle macerie provocate da rassicurazioni colpose di stare al nostro fianco. Rivolgiamo un appello a tutti affinché personaggi come Gabrielli non godano mai più di nessuna agibilità politica su questo territorio martoriato e colpito ma non per questo incapace di difendersi.
Comitato 3e32
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