Luca Signorelli: De ingegno et spirito pelegrino

L’Umbria si prepara a festeggiare il grande maestro del Rinascimento nato a Cortona nel 1450 ca con una grande mostra espositiva che aprirà i battenti il 21 Aprile e avrà tre sedi espositive: la principale a Perugia (Galleria Nazionale dell’Umbria) e le sedi ‘periferiche’ di Orvieto (Museo dell’Opera del Duomo), Città di Castello (Pinacoteca Comunale). […]

L’Umbria si prepara a festeggiare il grande maestro del Rinascimento nato a Cortona nel 1450 ca con una grande mostra espositiva che aprirà i battenti il 21 Aprile e avrà tre sedi espositive: la principale a Perugia (Galleria Nazionale dell’Umbria) e le sedi ‘periferiche’ di Orvieto (Museo dell’Opera del Duomo), Città di Castello (Pinacoteca Comunale). Un artista “de ingegno et spirito pelegrino”, come lo definì Giovanni Santi, il padre di Raffaello, lungamente attivo in Italia centrale dal 1470 al 1523. Si tratta della prima rassegna monografica dedicata al maestro di Cortona dal lontano 1953. La mostra, curata da Fabio De Chirico, Vittoria Garibaldi, Tom Henry e Francesco Federico Mancini, presenta oltre 100 opere, di cui sessantasei del Signorelli.
Nella sede della Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia sarà illustrata l’intera carriera artistica di Luca Signorelli ad eccezione di alcuni dipinti della maturità presentati nella sede di Città di Castello, dove sarà sviluppata una riflessione sulla sua eredità artistica. Proprio nella Galleria Nazionale dell’Umbria è ospitato uno dei capolavori di Piero Della Francesca, il Polittico di Sant’Antonio (1468) e proprio da Piero, di cui Luca fu allievo, si svilupperà l’affascinante itinerario che racconterà l’arte di un pittore che secondo Vasari : “…fu tanto famoso … quanto nessun altro in qual si voglia tempo sia stato giammai”. L’elenco di opere, elaborato da un ampio comitato scientifico composto da alcuni fra i più autorevoli studiosi del Rinascimento italiano, dà conto dell’ambizione del progetto, la cui finalità è quella di documentare le esperienze formative e i dialoghi intessuti da Luca Signorelli con alcuni fra i più geniali artisti del suo tempo: dalle frequentazioni giovanili (Verrocchio, Pollaiolo, i fiamminghi), che arricchirono la sua iniziale impronta pierfrancescana, alla partecipazione al più grande cantiere decorativo del tardo quattrocento italiano, quello della Cappella Sistina, dove Signorelli ebbe modo di confrontarsi con artisti come Perugino, Pintoricchio, Bartolomeo Della Gatta, Botticelli e Ghirlandaio. Sarà esposta in Galleria la Pala di Sant’Onofrio, conservata nel Museo Capitolare di San Lorenzo di Perugia, che Luca Signorelli licenziò per la Cappella di Sant’Onofrio nel 1484, opera che costituisce un caposaldo della produzione giovanile e documenta la qualità del rapporto che unì l’artista al vescovo perugino Jacopo Vagnucci, anche lui originario di Cortona.

La mostra permetterà di conoscere la vitalità culturale del Signorelli, interprete attento della tradizione classica, ammesso a frequentare i più raffinati circoli neoplatonici della Firenze di Lorenzo il Magnifico. Oltre ad esporre un ampio numero di dipinti autografi e di opere rappresentative degli artisti che maggiormente hanno influito sulla sua formazione e sulla sua attività matura, la sede di Perugia documenterà la ricchissima, affascinante produzione grafica, attenta alle moderne ricerche fisiognomiche e alla tensione dinamica dei corpi.

Il Maestro, il 5 aprile 1499, firmò il contratto per il completamento della decorazione delle volte della Cappella Nova (poi detta di San Brizio) nel Duomo di Orvieto, avviata da Beato Angelico e i suoi aiuti (tra cui Benozzo Gozzoli) nell’estate del 1447 Luca Signorelli completò l’opera, lavorando cinque anni, dal 1499 al 1504. Fu allievo di Piero Della Francesca e si affermò per l’uso della prospettiva e l’attenzione per l’anatomia tipica dell’artista rinascimentale. Proprio a Orvieto ha compiuto l’opera che l’ha reso celebre. Si tratta del ciclo di affreschi dedicati al tema dell’Apocalisse e del Giudizio Universale: le “Storie dell’Anticristo”, il “Finimondo”, la “Resurrezione della carne”, i “Dannati”, gli “Eletti”, il “Paradiso” e “L’Inferno”. All’interno del Museo dell’Opera del Duomo (MODO) sarà individuato uno spazio interamente dedicato all’artista cortonese in cui sarà allestito il cantiere di restauro della Pala di Paciano aperto al pubblico ed esposte la Santa Maria Maddalena e il raro dipinto su tegola di terracotta che ritrae Luca Signorelli e Niccolò Franchi. Visitando la sede orvietana della mostra sarà possibile scoprire, dopo il restauro, la Libreria Albèri un suggestivo ambiente decorato con soggetti profani da Luca Signorelli e dalla sua bottega, sede della biblioteca raccolta dal vescovo Albèri. In questo luogo saranno esposti alcuni preziosi volumi della sua raccolta e i documenti originali che raccontano le imprese orvietane di Luca Signorelli.

Nel monumentale palazzo Vitelli alla Cannoniera di Città di Castello, costruito agli inizi del XVI secolo dall’omonima casata magnatizia alla quale Signorelli si legò fin da giovane, sarà allestito l’ultimo segmento espositivo. Per i Vitelli Luca Signorelli realizzò il ritratto di Niccolò e dei suoi figli Camillo e Vitellozzo e a committenti tifernati sono legate altre opere di grande rilievo, cui guardò con particolare attenzione Raffaello. La Pala d’Altare raffigurante il Martirio di San Sebastiano (1498-1500 circa) di Signorelli, è esposta accanto alla sola opera del maestro urbinate tuttora esistente a Città di Castello , il Gonfalone della SS. Trinità (1499 circa), e ad altre opere di Signorelli, lo Stendardo di San Giovanni e la Pala di Santa Cecilia, conservate nello stesso Palazzo Vitelli, sede della Pinacoteca Comunale.

Francesca Ranieri

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