Continuano gli arresti nell’ambito dell’inchiesta sugli scontri avvenuti lo scorso 15 ottobre a Roma durante la manifestazione degli “Indignados”. L’operazione condotta in tutta Italia dai Ros e dalla Digos, ha portato all’arresto di sette persone e sei obblighi di dimora, oltre a 14 perquisizioni. Il bilancio dall’inizio delle indagini, conta 50 denunciati e 34 arrestati, otto dei quali già processati.
In Abruzzo sono finiti in manette cinque persone tra i 30 e i 37 anni, accusati di aver incendiato il blindato dell’Arma a Piazza San Giovanni. A inchiodare i sette sono stati i numerosi filmati pubblicati su internet.
Tra questi c’è anche Davide Rosci di Rifondazione comunista che viene ritratto con una felpa grigia e un cappuccio mentre lancia pietre contro il carabiniere che cerca di mettersi in salvo dal mezzo dato alle fiamme. Durante le perquisizioni, gli investigatori hanno rinvenuto lo stesso abbigliamento indossato dagli “aggressori” nel giorno degli scontri oltre a un machete, un tirapugni e alcuni coltelli.
Tutti gli arrestati sono appartenenti alle frange più violente della tifoseria ultras Teramo. Già noti alla Digos e ai Carabinieri a causa di varie segnalazioni e denunce per resistenza a pubblico ufficiale.
Le indagini hanno permesso di identificare gli autori responsabili di gravi violenze, tra cui la devastazione di vari uffici bancari, Uffici del Ministero della Difesa, esercizi commerciali e numerose vetture.
Digos e Ros sono intervenuti a Roma, Teramo, Ancona, Civitanova Marche, Padova e Cosenza. Nella capitale sono finiti in manette due ultras di 20 e 27 anni che, sono stati fotografati mentre attaccavano il blindato con una trave di legno e un martello. Altre tre persone sono state sottoposte all’obbligo di dimora perché avrebbero cooperato al saccheggiamento del supermercato Elite in via Cavour.
L’operazione, ha permesso l’esecuzione di cinque misure cautelari a Roma, cinque misure degli arresti domiciliari a Teramo e provincia, uno ad Ancona e tre misure dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria di Padova, Cosenza e Macerata.
Intanto le indagini, condotte dal pool antiterrorismo della Procura di Roma Giancarlo Capaldo, proseguono per identificare altre persone coinvolte negli scontri. Continuano i problemi tra pm e gip per i provvedimenti adottati. Capaldo aveva chiesto l’arresto per tutti i 13 indagati, poiché la richiesta non è stata accolta, sarà presentato ricorso. “In molti casi – ha detto Capaldo – si è trattato di azioni volute e preordinate contro le forze dell’Ordine”.
Soddisfazione è stata espressa dal ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, “non posso che apprezzare tutte le operazioni che porteranno alla chiarezza degli avvenimenti”, ha detto il ministro. “Tutto ciò che servirà a far luce e tutto ciò che fa luce non può che essere apprezzato”, ha concluso.
Manuel Romano
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