“Solo chi vince scrive la storia e questo deve essere uno stimolo feroce per noi”. Lo ha detto il mister della Juventus Conte alla vigilia del match contro il Cesena. “Viviamo momenti importanti e situazioni che si evolvono in fretta – ha detto il tecnico – Oggi siamo celebrati su tutti i giornali, giustamente, visto quanto stiamo facendo. ma se questo dovesse farci cambiare atteggiamento, significherebbe non aver capito molto. Dobbiamo sempre avere in mente ciò che ci ha portato a fare una stagione straordinaria: l’umiltà, il sacrificio, il lavoro, il pensare al “noi” e non all'”io”. Abbiamo centrato la Champions, obiettivo straordinario, ma ora possiamo giocarci lo scudetto. Se dovessimo cambiare anche solo di una virgola, torneremmo indietro. Questo non deve accadere e sono convinto che non accadrà. I miei giocatori finora mi hanno sempre stupito in positivo e hanno voglia di continuare. Abbiamo davanti degli ostacoli facili sulla carta, ma di facile nel calcio non c’è niente. Sappiamo di avere un bonus in più, ma anche che le difficoltà rimangono da qui sino alla fine. Sono cinque finali da giocare, cinque “partite della vita” per coronare un sogno”.
Conte ha detto che la paura non deve esistere, “se dovessi aver paura di qualcosa, io per primo manderei messaggi negativi. Diciamo che seguiamo con attenzione l’evolversi delle vicende, cerchiamo di dare i giusti input, considerando anche i messaggi che arrivano dall’esterno. Dobbiamo essere gestire queste situazioni, perché una grande squadra è brava a farlo”.
Ottimi risultati per la Juventus che ancora non subisce la prima sconfitta. “Una stagione irripetibile? Non lo so, non possiamo conoscere il futuro. E’ sicuramente una stagione straordinaria. I numeri sono fantastici, al di là del fatto che veniamo da due settimi posti. Cerchiamo di finire bene, perché ora abbiamo la possibilità di centrare un traguardo incredibile, che significherebbe essere tornati nel gotha del calcio, nazionale ed europeo. I numeri sono importanti, li leggo anch’io. Essere accostati ad allenatori come Bernardini, Capello, Lippi, riempie di orgoglio. Ma i numeri non li fa l’allenatore, li fa la squadra e tutti dobbiamo andarne fieri. Se questi numeri verranno accompagnati da una vittoria rimarranno nella storia, altrimenti sì, faranno piacere, rimarrà l’insuccesso. Alla fine conta solo una cosa: vincere”.
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