Su L’Aquila grava la Responsabilità dell’abbandono. E’ la Responsabilità di lasciare la città al declino e al saccheggio.
E’ una responsabilità storica e personale di ogni cittadino, di tutti e di ciascuno, perché invece proprio questa volta e in questa città un’altra possibilità c’è, esiste.
C’è l’alternativa che molti altri cittadini, persone normali, con provenienze e culture diverse, con passione, con dedizione, mettendoci il tempo, le idee, le competenze, i propri pochi soldi, giorno per giorno hanno costruito dal 6 aprile 2009 ad oggi. Sempre di più, con sempre più persone.
Un’altra possibilità questa volta c’è ed è stata creata nell’unico modo oggi possibile cioè fuori dai partiti, fuori dalle cricche, fuori dalle banche, fuori dagli interessi di pochi.
Questa è la scelta fondante di Appello per L’Aquila: essere fuori da queste logiche che sono il passato con le sue macerie, i fallimenti, le corruzioni, le rapine.
Noi ne siamo fuori e abbiamo iniziato a costruire il futuro. Quello che c’è oltre. Fucina, laboratorio, cantiere, officina insomma un nuovo inizio che è a L’Aquila e che per le sue condizioni straordinarie è qualcosa di unico e di esempio anche per altri luoghi dell’Italia.
Rendere le persone artefici del proprio futuro è il nostro modo per ricostruire la politica e per poter rifondare la nostra città e il Paese.
Dire le nostre verità, quelle che tutti possono vedere, senza calcoli né sconti per nessuno è questo il nostro agire.
La partecipazione, la protesta e la proposta sono cose serie che si costruiscono con fatica, con lavoro, con i comportamenti e insieme alle persone nel tempo e negli anni. Non sono cose spacciate dai pifferai magici dell’ultima ora con vuote formule pubblicitarie.
Oggi se -come noi- sei stanco, deluso, sfiduciato, incazzato e giustamente schifato dagli impegni mai mantenuti, dalle false promesse elettorali e dalle ruberie quotidiane, hai un’altra possibilità costruita da persone come te.
Un’alternativa vera, innovativa ora c’è. Concreta, sostenibile, trasparente.
Non lasciare nelle loro mani il tuo futuro, quello dei tuoi figli, non consegnargli la tua città! Continueranno a spartirsela senza mai ricostruirla.
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