A marzo il tasso di disoccupazione si attesta al 9,8%, in aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,7 punti rispetto all’anno precedente. E’ il tasso piu’ alto da gennaio 2004 (inizio serie storiche mensili). Lo comunica l’Istat. A marzo il tasso di disoccupazione dei 15-24enni e’ pari al 35,9%, in aumento di 2 punti percentuali rispetto a febbraio. L’Istat poi sottolinea che il numero dei disoccupati, pari a 2 milioni e 506 mila, aumenta del 2,7% rispetto a febbraio (66 mila unita’). Su base annua si registra una crescita del 23,4% (476 mila unita’). L’allargamento dell’area della disoccupazione riguarda sia gli uomini sia le donne.
Inoltre, a marzo gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,3% (-40 mila unita’) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattivita’ si posiziona cosi’ al 36,7%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,1 punti su base annua. Sempre a marzo, l’Istat rileva che gli occupati sono 22 milioni e 947 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto a febbraio (-35 mila unita’) e dello 0,4% rispetto a marzo 2011 (-88 mila unita’). Il risultato e’ determinato dal calo dell’occupazione maschile. Il tasso di occupazione e’ pari al 57,0%, in diminuzione nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e di 0,2 punti in termini tendenziali.
“Sono a dir poco drammatici i dati sulla disoccupazione diffusi oggi dall’Istat. A marzo il tasso di disoccupazione ha raggiunto il +9,8%, vale a dire il livello piu’ alto dal 2004, ovvero da quando l’Istat ha iniziato la raccolta delle serie storiche mensili”. Lo rende noto Federconsumatori. E’ ancora piu’ allarmante, secondo Federconsumatori, “il livello a cui si attesta il tasso di disoccupazione giovanile: +35,9%”. Un segnale gravissimo, che “denota la situazione di profonda crisi in cui ancora versano il Paese e le famiglie”. Si tratta di “una conseguenza diretta delle politiche di questo e del precedente governo, tutte incentrate su tagli e tasse, senza occuparsi dell’indispensabile fase di rilancio dell’economia”. “Ecco perche’, purtroppo- sottolinea Federconsumatori- guardando anche al crollo dei consumi ed alle pessime stime sul Pil, tale andamento dell’occupazione non ci sorprende affatto”.
“Abbiamo gia’ sottolineato come, nell’intento di far quadrare i conti, il governo abbia ormai perso il senso della misura-dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef- Ora e’ necessario che ritorni in se’, adottando le necessarie misure per l’avvio di una nuova fase di sviluppo che ci faccia lasciare alle spalle la lunga serie di record negativi raccolti in questi anni”. Infatti, “tra la tassazione e l’aumento incontrollato dei prezzi, soprattutto nel settore energetico, le famiglie sono ridotte ormai allo stremo”. Secondo le previsioni dell’Onf, Osservatorio nazionale Federconsumatori, gli aumenti di prezzi e tariffe nel 2012, alla luce degli effetti delle manovre economiche e dei nuovi rialzi di carburanti, luce e gas, “toccheranno quota +2.201 euro a famiglia”. Tutto cio’ “alimentera’ ulteriormente una situazione gia’ disastrosa sul fronte dei consumi, che non potra’ che incidere negativamente sulla produzione e, quindi, sull’andamento dell’occupazione”.
“È ora che si adottino misure serie e concrete per sostenere il potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso e per far ripartire l’economia- spiega Federconsumatori- attraverso investimenti per lo sviluppo e la ricerca”. Per finanziare tali interventi, “bisogna incrementare non solo la lotta all’evasione fiscale- conclude- ma agire anche sulla tassazione sui grandi patrimoni e sulle rendite finanziarie”.
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