Intesta una Ferrari e una Lamborghini, del valore rispettivamente di 210 mila euro e di 310 mila euro a un familiare, ma secondo il Nucleo di Polizia Tributaria di Terni, nasconde nel tempo al Fisco, ricavi per un importo proprio equivalente a quanto speso per acquistare una delle due autovetture di lusso. Si tratta di un imprenditore titolare di una ditta individuale operante nel settore manifatturiero della Provincia di Terni , presente sul mercato da tempo, che, secondo le verifiche svolte dalla Gdf, ha realizzato una evasione fiscale mediante la mancata annotazione di vendite di merce, adottando due stratagemmi :il primo indicando in alcune fatture per cessioni verso l’estero valori inferiori rispetto al valore del bene; nell’altro caso, utilizzando la stessa numerazione di protocollo per più fatture, con il risultato di registrarne in contabilità solo una e di conseguenza non dichiarare le altre.
Nei primi 4 mesi del 2012, le fiamme gialle hanno denunciato alle procure italiane 2.226 persone che avevano utilizzato (nel 27% dei casi) o emesso (19%) fatture false, non presentato le dichiarazioni (17%), occultato o distrutto la contabilità (14%), nascondendo al fisco redditi per 4 miliardi di euro ed evadendo l’iva per oltre mezzo miliardo. sequestrati per equivalente immobili, denaro, gioielli e auto per 160 milioni di euro.
I 4 miliardi di euro di redditi scoperti si aggiungono ai 6 miliardi di euro già individuati nei confronti degli oltre mille evasori totali.
Tre immobili, una trentina tra conti correnti e titoli ed infine una lussuosa Ferrari per la complessiva somma di un milione di euro circa è quanto hanno assicurato allo Stato dai finanzieri del Comando Provinciale di Pescara. A tanto ammonta il valore dei sequestri preventivi finalizzati alla confisca per equivalente a fronte di una frode fiscale svelata dalle Fiamme Gialle pescaresi nel corso di una verifica fiscale conclusasi a fine febbraio 2012. L’ispezione condotta nei confronti di una ditta individuale con sede in Pescara e specializzata in impiantistica ed idraulica, ha portato alla scoperta che l’azienda aveva evaso in modo fraudolento il fisco dal 2007 fino ad oggi. Durante i controlli, infatti, si è appurato che “l’idraulico”, nei citati periodi d’imposta, aveva “dimenticato” di contabilizzare e dichiarare consistenti ricavi a fronte di prestazioni di servizio rese nei confronti di numerosi suoi clienti. Ma non è tutto: lo “scaltro artigiano”, oltre a nascondere e distruggere parte dei documenti fiscali utili alla ricostruzione del reale volume d’affari, aveva escogitato, tra gli altri, un sistema semplice ma efficace per abbattere i ricavi realmente conseguiti e non pagare le relative imposte dovute.
I Finanzieri, oltre ad accertare una doppia contabilità, hanno scoperto che l’impiantista alterava le fatture emesse: ai clienti consegnava i documenti fiscali con i reali importi delle opere realizzate (ad es: € 120.000,00) mentre registrava nella propria contabilità fatture per somme nettamente inferiori (€ 12.000,00). In questo modo, il “modesto” contribuente (si fa per dire) ha accumulato una “fortuna” che, astutamente, investiva in prodotti finanziari e assicurativi a nome dei propri familiari e che forniva in garanzia dei conti correnti dell’azienda in costante segno negativo. Le Fiamme Gialle hanno impedito la continuazione dell’illecito comportamento e, allo stesso tempo, garantito al fisco le imposte evase anche grazie all’applicazione di una norma introdotta dalla “legge finanziaria 2008” che estende ai reati fiscali, la cd. “confisca per equivalente”, sul profitto del reato e, cioè, l’imposta evasa ed illecitamente “risparmiata” perché non versata nelle casse dello Stato. Sempre più convinti che quello della “legalità fiscale” è un messaggio che deve passare attraverso i cittadini, le Fiamme Gialle pescaresi annunciano che continueranno ad effettuare una incisiva ed efficace azione di contrasto all’evasione ed all’elusione fiscale anche attraverso un deciso incremento di tale tipo di operatività che ha il vantaggio di tradursi in effettivi recuperi di risorse alle casse dell’erario, a tutto beneficio della comunità.
La verifica della Gdf è scattata quando ci si è resi conto che ,uno dei familiari dell’imprenditore ( peraltro non impegnata nell’attività della azienda, e risultata dipendente di una società pubblica) era intestatario di più immobili, nonché, tra il 2009 e il 2011 anche delle 2 autovetture di lusso; da lì ,i finanzieri sono risaliti all’attività di impresa, contestando 350 mila euro di ricavi non dichiarati e iva evasa per 25 mila euro circa. L’attività dei Finanzieri è comunque rivolta a tutti i fenomeni di evasione: la Brigata di Amelia ha infatti contestato a un idraulico del circondario Amerino 27 mila euro non dichiarati e iva evasa per 5 mila euro, dopo che nel corso di un controllo , accertava che per prestazioni presso vari clienti, in più di un caso, a fronte di incassi non emetteva la ricevuta fiscale. Determinante anche la collaborazione di alcuni utenti che avevano ricevuto la prestazione dall’artigiano.
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