Il messaggio di Napolitano alla ‘Conferenza sullo stato dell’Unione 2012’

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della ‘Conferenza sullo stato dell’Unione 2012’, promossa dall’Istituto Universitario Europeo e in svolgimento a Firenze, ha inviato un messaggio augurale: “Desidero rivolgere i miei più calorosi saluti alle illustri Autorità nazionali e europee e a tutti i partecipanti, in modo particolare ai molti giovani presenti, alla Conferenza […]

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della ‘Conferenza sullo stato dell’Unione 2012’, promossa dall’Istituto Universitario Europeo e in svolgimento a Firenze, ha inviato un messaggio augurale: “Desidero rivolgere i miei più calorosi saluti alle illustri Autorità nazionali e europee e a tutti i partecipanti, in modo particolare ai molti giovani presenti, alla Conferenza in occasione della Festa dell’Europa. La crisi dell’eurozona ha condotto le istituzioni europee e i governi degli stati membri a spostare in avanti le frontiere delle decisioni e responsabilità comuni. Ma l’avanzamento del processo di integrazione non si può fermare alla sfera delle politiche di bilancio per fini di consolidamento fiscale e di stabilizzazione finanziaria. Esso deve mirare a promuovere convergenze tra le economie, prospettive di rinnovata, più intensa e sostenibile crescita su scala europea. E tutto ciò richiede il superamento di ogni remora allo sviluppo dell’unione politica, assicurandone anche le indispensabili basi istituzionali. Sessantadue anni fa la forza dell’ideale europeo e una visione lungimirante dei destini del nostro continente indussero un gruppo di illuminati statisti a dichiarare la nascita del progetto di integrazione. Oggi è la forza delle cose, degli stessi progressi già compiuti su quella strada e dei radicali mutamenti intervenuti nel quadro mondiale, a porci l’imperativo di un balzo in avanti dell’Europa unita, secondo l’originaria ispirazione democratica e federale. È questa la sola alternativa a una drammatica perdita di rilevanza di ogni nostro singolo paese e del nostro continente nel suo insieme”.

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