Bullismo in calo fra le mura scolastiche, ma cresce il fenomeno sul web. È quanto spiega l’edizione 2011-2012 dell’indagine ”Abitudini e stili di vita degli adolescenti” della Societa’ italiana di pediatria (Sip) presentata oggi. Si conferma una contrazione del fenomeno o, quantomeno, della percezione del fenomeno da parte degli adolescenti. A dichiarare di aver assistito (qualche volta o spesso) ad atti di bullismo e’ il 54% del campione. Un dato assoluto certamente non basso, ma significativamente minore rispetto al 61,5% registrato lo scorso anno e – soprattutto – rispetto al 75% del 2008. Quasi dimezzate dallo scorso anno sia la percentuale di chi pensa che un ragazzo o una ragazza prepotenti siano in gamba (dal 4,5 al 2,4%) sia quella di chi considera una spia chi riferisce gli episodi subiti (dal 10,5 al 5,1%). Accanto a questi dati complessivamente confortanti c’e’ pero’ una realta’ ‘sommersa’ costituita dal cyberbullismo, ovvero persecuzioni, offese e molestie, perpetrate in rete, soprattutto attraverso i social network. Lo registra gia’ il 43% degli adolescenti, percentuale che sale (ovviamente) al 62% tra i grandi utilizzatori della rete.
“Il bullismo elettronico permette un maggiore anonimato del bullismo diretto o di quello indiretto di tipo sociale, anonimato che puo’ far diminuire il senso di responsabilita’ da parte di chi agisce, permettendo l’azione prevaricante anche da parte di soggetti che nella conflittualita’ sociale diretta non troverebbero la forza di agire”, commenta Luca Bernardo, Consigliere nazionale Sip e esperto di disagio giovanile.
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