Terremoto Emilia: in fila per comprare le tende

A venti chilometri dall’epicentro del sisma la gente è in fila da Decathlon per comprare le tende da campo. Esaurite quelle da quattro posti, restano poche canadesi ma – rassicurano gli impiegati –  stanno arrivando nuove scorte. Alle 11 a Nonantola  la situazione è relativamente tranquilla. A Sant’Agata un incidente tra un’auto e uno scooter […]

A venti chilometri dall’epicentro del sisma la gente è in fila da Decathlon per comprare le tende da campo. Esaurite quelle da quattro posti, restano poche canadesi ma – rassicurano gli impiegati –  stanno arrivando nuove scorte. Alle 11 a Nonantola  la situazione è relativamente tranquilla. A Sant’Agata un incidente tra un’auto e uno scooter ha bloccato il traffico per un bel po’, poi i vigili hanno riaperto la circolazione. Paura in strada, mentre sono passate solo due ore dalla scossa più forte e lo sciame sismico continua a fare tremare la terra,  a lungo.  E ancora mentre stiamo scrivendo. Mirandola, Medolla, Concordia, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, praticamente crollata tutta Cavezzo. L’epicentro è lo stesso della volta scorsa, ma la gente oggi ha più paura. Evacuate tutte le fabbriche della zona, Lamborghini in testa, ma anche la Ferrari a Modena e  la Ducati  a Bologna, gli operai dei capannoni delle tante zona industriali della zona sono tutti fuori, in strada. Le ambulanze sfrecciano sulla Persicetana, la provinciale che da Bologna porta sui luoghi del terremoto. Scuole chiuse, studenti a casa e chi può si sta attrezzando per dormire all’aperto sotto una tenda.

L’impressione, almeno qui a Nonantola, nella zona industriale di Gazzate dove non si contano morti – che invece sono già 11, a meno di trenta chilometri di distanza – è quella di un certa compostezza. Il boato stamattina è stato tremendo, la paura un groppo in gola, ma la gente del posto – dove sembra che l’Abbazia del Novecento, già transennata dopo la forte scossa di dieci giorni fa, abbia retto al colpo – dice che  la situazione  “è sotto controllo”. Il sole è forte in provincia di Modena, e non sembra una giornata da dopo terremoto. La compostezza si mescola alla tensione. Tutti sono al lavoro per affrontare la notte. Chi sarà ospite da amici, chi può in tenda, chi approfitterà dell’ospitalità offerta – ad esempio – dai comuni come Bologna che ha messo a disposizione tre aree attrezzate e una settantina di posti letto in appartamento.

Da pochi minuti anche Ivano Dionigi, Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, e dopo un’ulteriore e forte scossa di assestamento che alle 13 ha spaventato di nuovo tutti, ha disposto la chiusura immediata delle strutture universitarie, sia a Bologna che nei campus della Romagna. D’altronde anche le ferrovie sono in difficoltà,  i treni partono a rilento dalla stazione centrale sotto le Due Torri. Anzi, da poco è stata evacuato in via precauzionale anche Palazzo d’Accursio, sede del Comune di Bologna. A Nonantola intanto, si continua a lavorare con i picchetti.  Le tende ci dovrebbero essere per tutti.  La notte, questa volta, non li sorprenderà impreparati.

Erica Ferrari

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