“Sabrina non lo ha chiesto”: un romanzo di formazione sul difficile rapporto tra i giovani e Internet. È l’intento dell’autore Nelson Bova, giornalista da anni impegnato sui temi dell’informazione sociale attraverso reportage e documentari. Bova ha scritto e curato il libro (edito da Jar Edizioni) insieme a sua figlia Letizia, adolescente ipovedente che si avvicina per la prima volta alla scrittura narrativa. “La scrittura ha aiutato mia figlia a superare la consapevolezza della sua disabilità – racconta Bova – perché per un genitore ciò che conta è far crescere autostima nei figli nonostante le difficoltà e i problemi che un padre affronta quotidianamente”. L’impegno di un padre che attraverso il suo lavoro vuole trasmettere un messaggio positivo sull’handicap visto come potenzialità e ricchezza da valorizzare, rendendo partecipe la figlia in un progetto comune: raccontare una storia romanzata e rivolgerla anche a ciechi, dislessici e a chi come sua figlia soffre di ipovisione. Non a caso il libro ha in allegato il cd audio, con la lettura e l’interpretazione dell’attrice Pina Irace ed è stato presentato per la prima volta all’Istituto dei ciechi Francesco Cavazza di Bologna. Il ricavato della vendita del romanzo sarà destinato a “Il tesoro nascosto”, associazione di genitori con figli disabili di cui il giornalista è presidente e alle altre associazioni che contribuiranno alla diffusione.
Redattore del Tg3 Emilia-Romagna, Bova si è sempre occupato di tematiche sociali quali la disabilità, la tutela dei minori e le problematiche delle persone senza fissa dimora e oggi collabora con diverse associazioni con cui promuove iniziative di sensibilizzazione su temi sociali. Dal 2001 al 2006 ha curato la rubrica settimanale “Abilhandicap” all’interno di Tg3 regionale prestando attenzione ai disabili e alla possibilità di far condurre loro una vita normale a patto che non sia la società a imporre delle barriere. “Sabrina non lo ha chiesto”: il titolo del libro allude ai temi della libertà di pensiero oscurata da Internet e dalle nuove tecnologie. Sabrina rappresenta i giovani del futuro che non hanno chiesto di vivere in una società telematica; una ragazzina prototipo della nuova generazione contagiata dal sistema informatico e dai nuovi mezzi di comunicazione. Il romanzo vuol far riflettere sulla presunta democrazia della rete dando la parola ad alcuni personaggi del passato. Il libro è nato dalle favole che il giornalista raccontava alla piccola Letizia prima di coricarsi. “Creazioni fantastiche che registravo con un mp3 per poi riascoltarli con Letizia che si immedesimava nei personaggi fino a modificare l’evolversi delle storie – racconta Bova – Dopo qualche anno, cresciuta mia figlia, ho cercato un punto di incontro tra 2 generazioni, la mia e quella di Letizia. Così, partendo da questi racconti, abbiamo scritto insieme questo romanzo i cui personaggi sono fantastici e immersi in una realtà che ogni giorno racconto nel mio lavoro. Ciò che capita a loro nel libro, potrebbe accadere anche ai nostri ragazzi di domani”. Sabrina avrà così il privilegio di vivere nel passato ma anche in un futuro verosimile. Quel futuro ereditato dai giovani e che, secondo Bova, “fa perdere la libertà di pensiero con le reti informatiche e le tecnologie presenti in ogni aspetto di vita”.
Nel romanzo la protagonista si ritrova in un “curioso sogno”, diverso dai soliti che fa ogni notte prima di addormentarsi. Un luogo senza senso dove incontra una comunità indiana insolita intenta a mangiare delle chiavette usb per fame. Sabrina si entusiasma fino a considerare folli e nevrotici questi strani esseri che movimentano i suoi sogni invitandola a mangiare foto di una bistecca e di vivere in Internet, un posto globale ante litteram. Ma Sabrina pian piano desidera ogni giorno fantasticare con Coscia Indolenzita, capo della tribù dei piedi grossi e la sua nuova amica Bianche Manine. Personaggi che vedono “arretrate” le persone che mangiano la frutta dagli alberi o mettono la carne in scatola ed esortano Sabrina a imparare da loro. La ragazzina così si confronta con questo vecchio mondo intriso di oggetti tecnologici e abitudini moderne fino a entrare in contatto con altre generazioni, quali gli antichi greci, Leonardo o Cristoforo Colombo per poi trovarsi con gli operai nelle proteste di piazza degli anni ’70. “Sabrina non lo ha chiesto” è arricchito con le illustrazioni degli studenti della “School of Interactive Digital Media di Nanjang (Singapore) che, conclude Bova, “hanno reso i diversi passaggi del romanzo più efficaci con le loro indicazioni”. Il libro è reperibile a Carpi alla libreria Fenice e alla Mondadori. È disponibile anche presso la casa editrice Jar Bologna e presso l’associazione “Il Tesoro Nascosto”.
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