Sono ripartiti ieri con un volo per San Paolo gli Abruzzesi dell’associazione italo-brasiliana “Abruzzo forte”, un gruppo di 30 persone di Valinhos e Campinas venuto in Italia per una vacanza culturale di due settimane. La visita in Abruzzo, com’è apparso evidente dalle testimonianze espresse nel corso della conclusiva conviviale, in un ottimo albergo di Montesilvano, è stata davvero ricca di soddisfazioni, emozioni e scoperte in una regione che di singolarità, tesori d’arte e bellezze naturali ne possiede in gran copia. Il gruppo, guidato da Franco Petrocco, esponente storico dell’associazione abruzzese di Valinhos, e dal presidente del sodalizio, Ricardo Leite de Moraes, accompagnati dal vice Console onorario d’Italia a Campinas, Alvaro Cotonacci, era giunto in Italia il 25 maggio, riservando le prime due giornate all’intrigante bellezza e ai principali monumenti di Roma. Poi, dal 27 maggio in poi, la full immersion in Abruzzo, nei percorsi della memoria, della storia, dell’arte e della natura aspra e incontaminata. Per alcuni era un ritorno nella terra d’origine, per molti altri – seconda e terza generazione della nostra emigrazione – è stato il primo incontro con una terra di cui avevano molto sentito parlare, la terra dei padri e dei nonni verso la quale avevano coltivato per anni un affettuoso interesse e tanta curiosità di conoscenza.
Domenica 27 maggio il primo incontro con l’Abruzzo, a Tagliacozzo, borgo di straordinario fascino architettonico, annoverato tra i più belli d’Italia. Per il gruppo un impatto assai piacevole e denso di richiami storici, in questa terra abitata dapprima dagli Equi e successivamente dai Marsi, forti e fieri popoli italici che diedero filo da torcere all’antica Roma, prima di diventarne amici ed alleati. Su questo stesso territorio, nei Piani Palentini, nel 1268 si scontrarono gli eserciti di Corradino di Svevia e Carlo I d’Angiò, una battaglia che cambiò il corso della storia d’Europa, in favore degli Angioini sugli Svevi sconfitti. Ad attendere la comitiva in arrivo da Roma Franco Marchetti, presidente della Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Brasile (FEABRA) e dominus dell’operazione ByAbruzzo, da qualche anno in corso a San Paolo, un’intelligente iniziativa che puntando sulla nostra comunità sta efficacemente promuovendo sul mercato del grande Paese sudamericano, in pieno sviluppo economico, le eccellenze della gastronomia abruzzese e il turismo verso la nostra regione. L’importante progetto pilota, promosso nel 2007 dal Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo (CRAM) e raccolto dalla Regione, sta dando significativi risultati, con un crescente volume d’importazioni dall’Abruzzo e d’incentivazione al turismo culturale, anche di ritorno, come questo stesso caso dimostra.
Assai apprezzata la visita al Palazzo Ducale degli Orsini, con la sua bella architettura dalle finestre a centina, le bifore, il portale rinascimentale e la loggia, ornata di preziosi affreschi di Lorenzo da Viterbo. Poi, scendendo, la chiesa gotica di S. Francesco con le volte a crociera, dove in una nicchia sono custodite le spoglie di Tommaso da Celano, il primo biografo di San Francesco d’Assisi. Accanto al tempio il magnifico chiostro affrescato. Un trionfo d’arte che, unitamente al paesaggio circostante, è diventato preda degli obiettivi per riprese ed immagini fotografiche. Infine, ancora scendendo per strette viuzze lastricate, inattesa, ai visitatori s’è aperta l’ampia visuale della piazza dell’Obelisco, pavimentata a porfido con bei disegni e contornata da facciate d’antichi palazzetti e case con le loro tinte color pastello. Nel pomeriggio la visita ad Alba Fucens, sito archeologico della città italica degli Equi, divenuta poi per la sua importanza strategica municipio romano. Significative le vestigia che segnalano la rilevanza della città, come il teatro, l’anfiteatro, il santuario di Ercole, il macellum, le terme e la basilica. Infine, un tempio trasformato nell’XI secolo in monastero benedettino, capolavoro d’architettura e d’arte medievale, con splendide opere cosmatesche. Lunedì 28 maggio un viaggio attraverso le vie dell’olio nell’entroterra pescarese dove, tra fertili campagne ammantate di ulivi, si trovano caratteristici centri storici e bellissime chiese romaniche. Doverosa la visita a Carpineto della Nora, paese natale di Franco Petrocco, luogo dove sorgeva l’Abbazia fortificata di San Bartolomeo. Di essa ora resta solo la chiesa, edificata alla fine del XII secolo su un edificio preesistente, poi rimaneggiata con elementi gotici d’ascendenza borgognona. A seguire la visita di Loreto Aprutino, centro erto su un colle dal quale lo sguardo declina sulle campagne o spazia dalle cime del Gran Sasso fino al mare. Una puntata al museo che conserva la splendida collezione di ceramiche di Castelli del barone Acerbo. Quindi la visita ad un oleificio locale ed al frantoio di molitura delle olive, in questa parte d’Abruzzo dove si produce l’olio DOP abruzzese. Nel pomeriggio partenza per Picciano, per uno sguardo al Museo delle Arti e Tradizioni Contadine.
Il 29 maggio la visita alla città Capoluogo d’Abruzzo, guidata da Giuseppe Leuzzi, per molti anni responsabile dell’Ufficio Emigrazione della Regione Abruzzo, e da chi scrive. L’Aquila, con le sue ferite profonde, le imbragature di legno e ferro che sostengono case e monumenti, il silenzio della città deserta commuovono la comitiva. Mai si sarebbe potuta immaginare una così grave devastazione, mentre l’occhio la rivela nella sua crudezza. Eppure, c’è tanta fierezza abruzzese e tanto desiderio di veder presto rifiorire la Capitale d’Abruzzo dalle lacerazioni inferte dal sisma del 6 aprile 2009. Tanto è l’affetto dimostrato verso gli aquilani e tanto l’amore verso L’Aquila, splendida città d’arte che la sua bellezza ostenta persino sotto le sue stimmate. La Basilica di Collemaggio, piazza del Duomo, la Basilica di San Bernardino, la chiesa capoquarto di Santa Maria Paganica, il Castello Spagnolo, Palazzo Margherita d’Austria, la Torre civica e la sequela dei preziosi e martoriati palazzi settecenteschi, edificati dopo il terremoto del 2 febbraio 1703: è una via crucis di sofferenza, ma anche di condivisione e di speranza nel futuro dell’Aquila e degli aquilani.
Alle 12 e 30 si va all’Emiciclo, per l’incontro con il Presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano. Nell’aula consiliare ci sono già in attesa i Consiglieri regionali Franco Caramanico, Riccardo Chiavaroli e Antonio Prospero, componenti del CRAM, e il dirigente che sovrintende alle politiche dell’emigrazione, Giorgio Chiarini, con i suoi collaboratori. Calorosi e ricchi di spunti di riflessione gli interventi dei Consiglieri, nel sottolineare degli Abruzzesi in Brasile il valore di veri “ambasciatori” della loro terra, in quel grande Paese. Il Presidente Pagano rinnova l’attenzione del Consiglio Regionale verso le comunità abruzzesi nel mondo, di esse richiamando il ruolo attivo nel rappresentare la cultura regionale in un’area metropolitana, come quella di San Paolo, dove la presenza italiana supera i sette milioni d’oriundi, così facendo di quella metropoli la più grande città italiana. Il Presidente dell’associazione “Abruzzo forte”, Ricardo Leite de Moraes, Franco Petrocco e il vice Console, Alvaro Cotonacci, hanno ringraziato Pagano e i Consiglieri per l’accoglienza calorosa, per le manifestazioni d’affetto e per i doni all’Associazione. L’impegno è di rivedersi nel mese di giugno in Brasile, a San Paolo, quando l’Abruzzo sarà presente con un suo stand in un’importante Fiera espositiva. Il pomeriggio è tutto dedicato ai paesi addossati ai contrafforti del Gran Sasso, il borgo di Santo Stefano di Sessanio, diventato un albergo diffuso di gran pregio, e Calascio con la sua splendida Rocca.
Il 30 maggio si sale a Civitella del Tronto, una cittadella-fortezza tra le più grandi d’Europa fatta edificare da Carlo V su una struttura preesistente, diventato nel 1860 ultimo baluardo della resistenza borbonica contro i Savoia. Un luogo particolare, dove si possono rileggere gli eventi del Risorgimento con un’ottica diversa, dalla parte degli sconfitti. Il borgo di Civitella è disteso sul fianco del colle, ai piedi della fortezza, ed ha mantenuto intatto l’impianto urbanistico seicentesco. Nel pomeriggio, dopo una puntata ad una dimora storica e cantina dove si produce uno dei famosi vini Doc abruzzesi, la comitiva ha visitato Atri, tra le più importanti città rinascimentali abruzzesi lungo la fascia costiera, ricca di opere d’arte, quali la Cattedrale dell’Assunta, che conserva uno splendido ciclo pittorico rinascimentale, Palazzo Acquaviva che fu la dimora dei Duchi che per cinque secoli governarono la città, il Teatro Comunale, la chiesa degli Agostiniani. Il 31 maggio è dedicato a Lanciano e alla Costa dei trabocchi.
Lanciano, città d’arte tra le più belle della regione, era famosa già in epoca romana per le sue fiere che richiamavano mercanti da tutto il Mediterraneo. Splendidi i suoi monumenti, come la Cattedrale, sorta su un ponte fatto costruire dall’imperatore Diocleziano; l’antico quartiere di Lancianovecchia, il cui impianto urbano è rimasto intatto dal Duecento, le chiese dai preziosi portali in pietra, le botteghe medievali e tutti gli edifici in mattoni cotti; l’antica chiesa di Santa Maria Maggiore, con magnifico portale del Trecento, che conserva una preziosa croce processionale d’argento, opera del grande artista rinascimentale Nicola da Guardiagrele; la Chiesa di S. Francesco, che deve la sua notorietà al Miracolo Eucaristico più antico tra i pochi riconosciuti dalla chiesa cattolica, che vi è conservato e venerato. Nel pomeriggio l’escursione alla Costa dei trabocchi: in un ambiente naturale con scogliere rocciose, calette e campi coltivati che finiscono direttamente sul mare, , sospesi sulle onde sopra palafitte si trovano i trabocchi, macchine da pesca antichissime. Per il suo valore la Costa dei trabocchi è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. La visita all’abbazia duecentesca di San Giovanni in Venere, affacciata sul mare, completa in bellezza la giornata. Il 1° giugno è giorno di riposo per il gruppo: chi va dai parenti, chi alla Casa Santa di Loreto, chi ad Assisi.
Il 2 giugno è dedicato a Sulmona, città natale di Ovidio Nasone, il poeta dell’amore morto in esilio il 17 d.C. a Tomi, sul Mar Nero. Ricchissima d’emergenze artistiche, Sulmona vanta le bellezze del Complesso dell’Annunziata, la Cattedrale di San Panfilo con la sua interessante cripta, l’acquedotto medievale, Porta Napoli e Santa Maria della Tomba. E’ la città del confetto, specialità già presente in epoca preromana. Nel pomeriggio, passando per le Gole del Sagittario, si raggiunge il lago e il borgo di Scanno, con un centro storico tra i più belli e meglio conservati della regione. Scanno ha una lunga tradizione d’arte orafa, mantenuta ancora viva dai suoi artigiani che continuano con sapienza a produrre i gioielli della tradizione abruzzese. E ancora l’arte del tombolo, tutta femminile. Magnifici, poi, i tradizionali costumi delle donne scannesi. Non poteva mancare un viaggio lungo i sentieri dello spirito, sulla Maiella madre.
Regione di profonda spiritualità, l’Abruzzo ha ricevuto un’impronta rilevante da Pietro del Morrone (poi diventato papa Celestino V) e dai suoi monaci. Dunque è d’obbligo visitare i luoghi celestiniani. Per prima meta, il 3 giugno, si va verso il Vallone di Santo Spirito, splendida gola rocciosa percorsa da un torrente ed immersa in un bosco di particolare suggestione che s’incunea verso le alte vette della Maiella. Il vallone custodisce gli eremi celestiniani di Santo Spirito e di San Bartolomeo, culla della spiritualità di Pietro del Morrone. Dopo l’escursione agli eremi una visita a Roccamorice e nel pomeriggio a Serramonacesca, con visita al monastero benedettino di San Liberatore a Maiella, risalente all’XI secolo, tra i monumenti medievali più singolari per il contesto naturale nel quale è inserito. Il 4 giugno è tutto dedicato ai pastifici abruzzesi, De Cecco e Del Verde, veri “santuari” delle paste alimentari famose in tutto il mondo per l’eccellente loro qualità. La pasta, insieme, ai vini e all’olio abruzzesi sono davvero prodotti di punta del nostro brand, insieme alle altre specialità della gastronomia regionale.
Il 5 giugno si va a Bucchianico, piccolo centro agricolo dalle antiche origini, in collina. Si visitano il convento, le chiese di San Francesco e di Sant’Urbano, protettore della città, di cui si conservano le reliquie. Singolare di Bucchianico è la Festa dei Banderesi, una rievocazione storica che trae origine da un fatto d’arme. Il paese diede i natali a San Camillo De Lellis (1550-1614), certamente un protagonista della spiritualità abruzzese, cui si deve la nascita della Sanità militare. Subito dopo si visita Chieti, l’antica Teate, città dei Marrucini, uno dei tanti popoli italici che abitavano la regione. Presso il Museo Archeologico Nazionale, Chieti conserva i tesori della storia d’Abruzzo, quali l’imponente “Guerriero di Capestrano”, scultura del VI secolo a.C. raffigurante il re vestino Nevio Pompuledio, ed una splendida statua, probabilmente opera di Lisippo, raffigurante “Ercole a riposo”. Si gusta poi una visita alla città più antica, spesso sotterranea, che conserva stupefacenti ambienti e luoghi rimasti cristallizzati all’epoca romana. Non si può eludere, infine, la suggestione d’un viaggio nella protostoria d’Abruzzo, con una visita al Museo Archeologico della Civitella – tra i più moderni d’Europa, in quanto ad allestimenti – che al suo interno ingloba i resti dell’anfiteatro romano. Qui si conclude l’escursione nel capoluogo marrucino. Ma la serata tira al tardi, in albergo a Montesilvano, con una festa conviviale di saluto, a chiusura del viaggio in Abruzzo. Grande soddisfazione nel gruppo per le meraviglie d’arte e naturalistiche visitate, generale l’apprezzamento per il programma turistico, per l’assortimento degli itinerari e per l’accorta guida che l’Agenzia “Turismo & Dintorni” ha assicurato nel corso della vacanza culturale. Si conclude così il viaggio ed è già tempo di nostalgia della generosa terra abruzzese. L’indomani mattina si è liberi per lo shopping e il pomeriggio via, verso l’aeroporto di Fiumicino. Si parte per il rientro in Brasile. Arricchiti d’Abruzzo.
Goffredo Palmerini
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