La scossa di ieri mattina con magnitudo 4.5, epicentro in Adriatico al largo di Ravenna e ad una profondita’ di 25,6 km., senza nessun danno di rilievo, preoccupa gli operatori turistici che hanno timore per la stagione balneare, che sta muovendo i primi passi.
“Un terremoto puo’ generare una perturbazione anche nelle fagle vicine, scatenando in questo modo sismi distinti, ma che interessano la stessa struttura”. E’ cosi’ che Warner Marzocchi, dirigente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha spiegato lo spostamento verso ovest del terremoto che sta interessando ormai tutta l’Emilia Romagna. “E’ una sorta di effetto domino: quando le faglie sono cosi’ vicine come nel sottosuolo emiliano, l’una puo’ innescare l’altra e generare scosse di terremoto similmente intense”.
In Emilia, dove oggi e’ attesa la visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tra le preoccupazioni principali ci sono il lavoro e le attivita’ industriali. “Il provato dinamismo e capacita’ di adattamento delle popolazioni emiliane – ha detto ieri il capo dello Stato – daranno alla regione la forza di risollevarsi e faranno da motore per la ripresa economica e civile”. Secondo un bilancio ancora provvisorio stilato dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, sono almeno 500 le aziende con gravi lesioni, oltre diecimila i posti di lavoro a rischio. E intanto nella notte una scossa di magnitudo 3.2 e’ stata avvertita dalla popolazione nelle province di Modena, Reggio Emilia e Mantova. Non risultano, al momento, danni a persone o cose.
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