Riscattarsi sul campo a partire dal primo, difficile incontro con la Spagna, domenica 10, con inizio alle 18.
E’ questo il sogno della nazionale Italiana di calcio, inserita in un girone di ferro, con avversari molto forti e con un numero di problemi infinitamente minori dei nostri.
Siamo nel pieno dell’ennesimo scandalo del calcio scommesse, con coinvolgimento diretto di alcuni Azzurri; il mister Prandelli ha escluso, fra mille polemiche e all’ultimo istante, il difensore Domenico Criscito, giocatore che milita in Russia con lo Zenit San Pietroburgo, non facendo altrettanto con Leonardo Bonucci, difensore della Juventus.
Alcuni giocatori hanno problemi fisici e, come si è visto con l’amichevole contro la Russia, la squadra non gira o lo fa a “tre cilindri”.
Il fatto è, pensano in molti, che i miracoli riescono raramente e che la situazione del nostro calcio è davvero povera, sia di talenti che di idee.
E quasi tutti i giornalisti stanno con fiato sospeso, in attesa del debutto di domenica contro la Spagna campione del Mondo e d’Europa, perchè la nostra difesa ha dimostrato, nelle ultime tre amichevoli, di lasciare molto a desiderare, l’insieme ha perso gran parte della propria sicurezza e lo stesso allenatore ha idee molto confuse.
Meglio allora puntare su sport minori e meno inquinati, come la mountain bike, dove il 7 scorso, nella prova inaugurale del team relay, la squadra azzurra ha conquistato una splendida vittoria, con Michele Casagrande, Gioele Bertolini, Eva Lechner e Luca Braidot, a regalare alla Nazione la medaglia d’oro e il titolo europeo della specialità a squadre.
Ma forse, domenica, qualche soddisfazione comincerà ad arrivare anche dal calcio.
Va riconosciuto a Prandelli di essere riuscito in una vera impresa: essere riuscito, dopo il Sudafrica, la peggiore prestazione italiana di sempre, a portare la squadra agli europei.
Quando due anni fa gli azzurri tornarono frastornati dalla pessima spedizione di Johannesburg, Buffon fu esplicito: qualificarci per l’Europeo sarà un’impresa.
Sembrava l’anno zero, e non si sapeva da dove ricominciare. A tempo di record, il commissario tecnico dal volto umano ha rimesso in piedi una nazionale degna di questo nome.
Se poi avrà successo in Polonia e Ucraina, nel campionato del mondo più ricco di sempre, con i suoi 1,355 miliardi di euro di incassi, provenienti per l’84% dalla commercializzazione dei diritti media e dalle attività commerciali, questo è un altro discorso.
Alla soglia del suo primo Europeo, il ct azzurro arriva, come detto, con parecchi dubbi.
L’idea di partenza era quella del 4-3-3, subito trasformato in una formula tattica che privilegia il centrocampo.
Cassano e Balotelli, i due talenti del calcio italiano, non davano evidentemente garanzie sufficienti, né’ all’orizzonte si imponeva- già nei mesi scorsi – un centravanti titolare.
Così l’Italia ha virato verso il centrocampo dei ‘piedi buoni’, Pirlo, Montolivo, De Rossi, Thiago Motta: tutti insieme a fare una girandola, per mischiare corsa, tecnica e visione di gioco. Con davanti due attaccanti piccoli che dovranno faticare non poco.
Inoltre, dopo gli avvenimenti degli ultimi giorni, De Rossi si è perso per strada, fermato da un infortunio, Cassano arriva all’Europeo per miracolo e con poche partite nella gambe e Balotelli mischia talento e sregolatezza.
Dicono i giornalisti sportivi che la Nazionale, in fondo, è un “ blocco Juve” – uomini e spirito -, una formula che in passato ha spesso portato fortuna ai colori azzurri. Di Natale ci riprova, dopo due Europei flop e questo non può che giovarci Certo Balotelli è e resta una incognita ma, al solito, non sarà un singolo uomo a fare la differenza.
Cesare Prandelli, oltre ad aver introdotto in Nazionale il codice etico dei calciatori, è l’autore – in tempi non sospetti- del libro “Il calcio fa bene”, edito da Giunti, dove, di pagina in pagina, traccia una rotta per un calcio migliore, fatto di sacrificio e passione, sano agonismo e senso del gruppo.
“Il codice etico in un Paese normale, in una squadra normale esiste a sempre. Forse noi, nel tempo, lo avevamo perso ed era giusto recuperarlo”, scriveva Prandelli in quel libro che, speriamo, abbiano letto tutti i convocati.
Nel girone C ci sono, oltre all’Italia e alla Spagna che domani si affronteranno a Danzica, la Repubblica d’Irlanda, allenata da Giovanni Trapattoni e la Croazia.
Squadre, a parte la prima, non eccezionali e certo alla nostra portata, con cui possiamo giocarcela alla pari.
E, in fondo, anche i più polemici, sperano, nel più profondo del cuore, che finalmente, domenica, venga fuori tutto l’orgoglio italiano, quello che ci ha consentito di fare bene nei mitici Mondiali del 1982 e in quelli del 2006, quando ci trovammo in una situazione difficile, che ribaltammo giocando.
Carlo Di Stanislao
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