Per Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario internazionale, di tempo per salvare l’euro ne rimane poco: appena tre mesi.
Per questo, in una intervista alla Cnn, ha spronato le istituzioni europee a mettere in atto un’azione tempestiva che punti al risanamento dei conti, ma soprattutto alla crescita economica.
La situazione è grave per Grecia e Spagna, ma anche per l’Italia, che ha appena avuto un ennesimo lunedì nero, con spread giunto a 470, interessi sui titoli sovrani al 6% e crollo dei titoli di 2,5 punti percentuali.
Tanto che la ministro delle Finanze austriaca ha accennato che anche il nostro Paese potrebbe ricorrere a un piano di salvataggio europeo, facendo imbestialire Mario Monti, il quale ha criticato la Fekter, commentando: “Siccome considero del tutto inappropriato che un ministro delle Finanze di uno Stato membro dell’Unione commenti in questo modo la situazione di un altro Stato membro, mi astengo dal commentare a mia volta le parole del suddetto ministro”.
Una tautologia che comunque non convince ed anzi mostra in sé il grado di preoccupazione suo e del governo.
Da Varsavia, nel frattempo, Napolitano, che partecipa ad una ennesima riunione economica, avverte che non possono essere solo Francia e Germania a decidere cosa si debba fare nell’Eurozona in momenti di crisi come quelli attuali ed aggiunge, contro il duopolio di Parigi e Berlino, che continua anche dopo Sarkozy e nonostante Hollande, che “non si puo’ restringere l’area della responsabilità e della decisione a due soli Paesi, pur molto legati e influenti, ne’ compiacerci del fatto che alle consultazioni tradizionali tra Francia e Germania si associ, con rinnovato rispetto e considerazione, il governo italiano, ed il suo primo ministro”.
Comunque, per noi soprattutto la situazione è grave, tanto che la Commerzbank avverte: dopo l’intesa dell’Eurogruppo sul piano per ricapitalizzare le banche spagnole, “l’attenzione dei mercati si sta spostando sull’Italia”.
Alla luce delle difficoltà del governo Monti nel far approvare le sue riforme dal Parlamento, scrive l’istituto in una nota ai suoi lineti, “potrebbe essere solo questione di tempo prima che anche l’Italia chieda aiuto”.
Secondo molti analisti, Roma e’ ora nel mirino in quanto la Spagna, dovendo ricevere fondi comunitari per ricapitalizzare le banche, non può più fare da garante del fondo salva Stati Efsf.
Ciò significa che la quota di garanzie con le quali l’Italia partecipa al fondo dovrà necessariamente aumentare, salendo – scrive il New York Times – al 22% dall’attuale 18%.
L’Italia al momento e’ altamente indebitata e non genera sufficiente crescita, sottolinea il quotidiano Usa, e sarà quindi costretta a prendere altro denaro in prestito a tassi ancora più elevati.
Pierluigi Mennitti ci ricorda oggi su Lettera43, che il nostro presidente del Consiglio ha in programma di volare a Berlino per ricevere, dalla European school of management and technology, il premio Responsible leadership award.
Il discorso che terrà nella sede dell’istituto, sarà preceduto da una laudatio affidata a un oratore d’eccezione: il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble.
Inevitabile, pertanto, pensare che il tema dell’eurocrisi sarà al centro dell’evento e, certamente, anche dei colloqui privati dietro le quinte.
I tempi di Supermario, del premier capace di afferrare le redini di un Paese in debito di credibilità e riforme e rivoltarlo come un calzino, sono ormai lontani anche nella percezione dei media tedeschi (ed anche di quelli americani, che pure, alcuni mesi fa, lo avevano osannato).
L’approfondirsi della crisi continentale, l’intervento europeo sulla Spagna e la pessima reazione dei mercati di lunedì scorso, hanno aumentato i timori che l’infezione possa non essere arrestata e che l’effetto domino sia destinato a proseguire, qualsiasi misura venga presa.
Un meccanismo pericoloso, alimentato da dati reali ed emotivi, da spinte speculative, contro il quale si stentano a trovare rimedi efficaci.
Tutti concordano sul fatto che sarà Cipro il prossimo Paese a dover chiedere riparo all’ombrello di salvataggio dell’Europa, ma sono in molti a sottolineare che, nel frattempo, si è riaffacciato prepotente il timore che presto potrebbe toccare all’Italia, il cui peso potrebbe sfondare ogni rete di resistenza.
Mario Monti, negli ultimi tempi, ha criticato molto spesso e sempre più duramente la posizione tedesca, affermando apertamente che “la rigidità di Angela Merkel è dovuta al timore per le elezioni generali del 2013, sebbene l’Europa non possa aspettare tanto tempo”.
Ma adesso, dopo i recenti dati Istat che certificano il crollo della produzione industriale, l’aumento della disoccupazione e la produzione di reddito, considerando poi che per tutti i quotidiani tedeschi, in Italia, nonostante la difficile situazione, politici e media hanno spostato il centro del dibattito dalle riforme per incentivare la ripresa dell’economia alla domanda su quando la Germania si deciderà finalmente a intervenire con gli eurobond o con i bond per gli investimenti per salvare la congiuntura italiana, dobbiamo immaginare che, forse, sarebbe meglio per Monti non andarlo a ritirare quel premio.
Lo scorso aprile, lo ricorderanno alcuni, il premier Mario Monti, che allora era ancora il Mario “più amato dagli americani”, fece la sua apparizione al fianco di uno dei super eroi più amati d’America (e non solo): Spider Man e nel numero intitiolato “Ends of the Earth”, veniva ritratto insieme al presidente degli Stati Uniti Barack Obama, al cancelliere tedesco Angela Merkel, all’astrofisico britannico Stephen Hawking e all’ex vice presidente Usa Al Gore, in un vertice a Roma, convocato per decidere se accettare o meno la proposta avanzata dal perfido Doctor Octopus, che sostieneva di aver trovato la soluzione a una delle emergenze ambientali del nostro tempo: il buco nell’ozono.
In realta’, come l’Uomo Ragno, accompagnato da altri due super eroi Marvel, Capitan America e Thor, spiegava agli allibiti leader mondiali, si trattava dell’ennesimo inganno di Octopus, per ottenere l’obiettivo contrario: distruggere per sempre lo strato che preserva la Terra dagli effetti nocivi dei raggi del sole.
Chissà se ora vi sarà un qualche supereroe capace di suggerire a Monti e agli altri leader mondiali, la migliore strategia per uscire da una crisi determinata da quegli stessi che adesso, a detrimento dei singoli cittadini e dei singoli Stati, si cerca disperatamente di salvare.
O chissà se, a forza di speculazioni infettive, gli Stati riusciranno a sviluppare, come in natura i batteri lisogeni, modificazioni genomiche che trasformino la infezione in resistenza, con produzione di tossine capaci di rigettare gli speculatori che sono stati la causa prima della pandemia planetaria entro cui ci dibattiamo.
Carlo Di Stanislao
Lascia un commento