Si e’ svolto questa mattina il convegno “Oltre lo specchio: corpi e identita’ in transizione”, organizzato al forum internazionale della salute – ‘Sanit’ – al palazzo dei Congressi di Roma, dall’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini-Servizio di adeguamento tra identita’ fisica e identita’ psichica. Il Servizio ha sede nella struttura complessa di chirurgia plastica e ricostruttiva ed e’ centro regionale di riferimento. L’incontro, propedeutico a una settimana di eventi che l’ospedale romano organizzera’ in autunno in occasione del ventennale del centro, ha approfondito i numerosi temi legati al cambiamento di sesso: dagli aspetti chirurgici alle ricerche in campo genetico; dagli stati intersessuali nei bambini e nell’eta’ evolutiva, alla terapia ormonale personalizzata; dalle possibili concomitanze psichiatriche al sostegno psicologico, alle problematiche connesse al vivere in un corpo che non viene riconosciuto come proprio.
Il Servizio di adeguamento tra identita’ fisica e identita’ psichica dell’ospedale San Camillo, e’ un centro di riferimento regionale ma anche nazionale. Si rivolgono alla struttura persone che vogliono cambiare sesso o che presentano problematiche sulla propria identita’ e che qui hanno la possibilita’ di trovare un supporto specialistico di tipo psicologico, psichiatrico, genetico e geriatrico. Il centro offre consulenza anche per i genitori di bambini e adolescenti che hanno problemi inerenti la sfera sessuale.
“Intendiamo introdurre la figura del sociologo nel team degli specialisti del nostro servizio di adeguamento tra identita’ fisica e identita’ psichica- annuncia Aldo Morrone, direttore generale dell’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini- Inoltre, fra i nostri medici e il personale, come accade in altri centri europei, vogliamo inserire figure intese come ‘pari’ ossia persone transessuali che permettano ai pazienti di sentirsi a loro agio e di trovare un sostegno in individui che hanno la loro stessa esperienza e il loro stesso vissuto”.
Questo di oggi, sottolinea Nicola Felici, direttore dell’Unita’ operativa complessa di Chirurgia plastica e ricostruttiva del San Camillo Forlanini, “e’ il primo di una serie di incontri che focalizzeranno l’attenzione sulle problematiche sociali del percorso dei pazienti che devono adeguare la loro sessualita’ fisica a quella psichica. E’ molto importante- continua Felici- compiere un percorso rigoroso dal punto di vista dello screening e della consulenza psicologica, che faccia comprendere che la persona che intende cambiare sesso ne ha realmente la necessita’. Spesso i candidati all’intervento ne vengono esclusi perche’ psichiatri e psicologi, dopo averli tenuti in osservazione, eseguono una diagnosi non di disturbo di identita’ di genere o di un problema di transessualismo, ma di travestitismo o schizofrenia”.
“In Italia- aggiunge l’esperto- dove siamo piu’ cauti che in altri Paesi, per esempio Inghilterra e Thailandia i cui medici procedono immediatamente all’intervento, la parte chirurgica e’ solo l’ultimo passo di un lungo percorso che non si compie in una settimana, ma a volte puo’ durare 1 o 2 anni, a seconda della complessita’ del caso. Questo rigore nella selezione dei pazienti ha portato a ottimi risultati in termini di ripensamento: abbiamo una percentuale bassissima di casi trattati che manifestano il desiderio di tornare sui loro passi: una persona su 1.000, invece in Inghilterra e Thailandia il dato e’ quasi triplo”.
“Uno studio italiano della fine degli anni Novanta condotto sui pazienti psicologici fra i suicidi riusciti- precisa Felici- rivela che le persone con disordini di genere sono ai primi posti”.
Dalla sua nascita nel 1992 fino a fine 2011, il Servizio di adeguamento tra identita’ fisica e identita’ psichica dell’ospedale San Camillo Forlanini ha eseguito oltre 1.000 interventi chirurgici, di cui 366 che riguardano il percorso da maschio a femmina e 640 da femmina a maschio. Fra le persone che si sono rivolte al Servizio negli ultimi due anni, 207 sono di nazionalita’ italiana e 86 stranieri. Nel 90,1% dei casi si e’ trattato di uomini e donne single; nel 3,5% sposati, nel 3,3% conviventi, per il 2,9% divorziati o separati. L’89,7% di loro non ha figli. Il 48% e’ in possesso di un’istruzione media superiore, il 37,2% media inferiore; quasi il 10% ha un’istruzione universitaria. Il 65% e’ occupato; il 23,9% disoccupato, mentre per l’11,8% si tratta di studenti. Fra coloro che si sono rivolti al servizio, solo il 16,2% proveniva dal mondo della prostituzione.
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