Ai Cav chiedono aiuto sposate, giovani, casalinghe o disoccupate

Coniugate (60%), tra i 25 e i 34 anni di età (53%), casalinghe (37%) o disoccupate (33%), straniere: sono le donne che si sono rivolte con maggior frequenza ai centri di aiuto alla vita nel corso del 2011. I motivi per chiedere aiuto sono vari, ma spiccano le difficoltà economiche, che interessano quasi la metà […]

Coniugate (60%), tra i 25 e i 34 anni di età (53%), casalinghe (37%) o disoccupate (33%), straniere: sono le donne che si sono rivolte con maggior frequenza ai centri di aiuto alla vita nel corso del 2011. I motivi per chiedere aiuto sono vari, ma spiccano le difficoltà economiche, che interessano quasi la metà delle donne (46%), percentuale che sale al 72% se si sommano le difficoltà per mancanza di lavoro o di alloggio. Tra le altre ragioni che hanno spinto a chiedere aiuto le più frequenti sono legate a problemi di coppia, di salute del feto o della madre, rifiuto del partner, età della madre, motivi di studio o lavoro, numero dei figli.
Delle 11.329 donne prese in carico per la prima volta nel 2011, 9.289 erano straniere, con una media di 48 per ogni Cav. La quota di immigrate è progressivamente salita nel corso degli anni, passando dal 16% del 1990 al 49% del 1996 all’82% dello scorso anno. In totale, sono 102 i paesi di provenienza: nella metà dei casi si tratta di donne africane (50%), seguite da europee (17%), sudamericane (16%), e asiatiche (10%).
“Le gestanti che si sono presentate a un Cav con il certificato per abortire sono state nel 2011 il 7% – si legge nel rapporto annuale -. Di queste, l’85% ha poi proseguito la gravidanza”. L’atteggiamento del marito o del partner si mantiene prevalentemente contrario all’aborto (36%). Per le gravidanze conclusesi con il parto il bambino è rimasto nel 99% dei casi con la madre. (gig)

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