Il neo-premier di Atene Antonis Samaras e il suo ministro delle Finanze Vassilis Rapanos salteranno per motivi di salute il Consiglio europeo del 28-29, nel quale la Grecia chiedera’ una dilazione di 2 anni del piano di austerita’. Atene – che vorrebbe rinegoziare i termini del memorandum da 130 miliardi di euro firmato con i creditori internazionali e che si ritrova nel sempre più scomodo ruolo del Paese da cui dipende molto dello sviluppo del quadro europeo – sarà rappresentata dal capo della diplomazia, Dimitris Avramopoulos, assistito dal ministro delle Finanze ad interim George Zannias. Il nuovo titolare delle Finanze, il 65enne Rapanos, che si è sentito male prima del giuramento del nuovo governo, resta infatti a sua volta in ospedale, nel momento in cui ad Atene deve arrivare la ‘troika’ Ue-Bce-Fmi, il primo, imprescindibile interlocutore proprio nell’ottica della rinegoziazione degli accordi. Una fonte del governo greco ha fatto sapere che la missione della troika è stata rinviata e “la data esatta del loro arrivo sarà fissata nei prossimi giorni”.
La Grecia chiede un’estensione di due anni dei termini temporali per attuare il piano di austerità concordato dal precedente governo con Ue e Fmi e propone la revisione di alcune clausole. Le prime reazioni da Bruxelles sono state alquanto caute e tiepide al riguardo: si preferisce parlare di “attualizzazione” del piano piuttosto che di rinegoziazione. La Grecia sembrerebbe aver infranto quanto previsto dall’accordo di salvataggio stipulato con Ue e Fmi assumendo circa 70.000 dipendenti nel settore pubblico in due anni, con la conseguenza di mettere a repentaglio l’obiettivo di ridurre la spesa per il settore statale. E’ quanto riportato da un rapporto pubblicato dal giornale ellenico ‘To Vima’ secondo cui nel 2010 e 2011 le assunzioni nelle amministrazioni locali, nella sanita’, nelle forze dell’ordine e nei beni culturali sono state a livelli altissimi, aumentando il numero dei dipendenti.
Il giornale ha citato un rapporto della troika. “Mentre legiferano per ridurre il numero dei dipendenti pubblici, fanno entrare il personale dalla finestra…”, ha ammesso un funzionario della stessa troika, sottolineando che piu’ di 12.000 persone sono state assunte dalle amministrazioni locali nonostante siano in vigore le norme per la riduzione del personale. Sempre secondo il rapporto rivelato da To Vima, mentre 53.000 dipendenti pubblici sono andati in pensione nel 2010, il numero totale e’ rimasto fermo a 692.000 unita’. E ancora, nel 2011 hanno lasciato il posto altri 40.000 dipendenti ma in realta’ la riduzione reale e’ stata pari a 24.000 unita’. Gli impegni del governo di Atene erano per un’assunzione ogni cinque uscite, ma oltre 16.000 persone sono state assunte a fronte di un tetto massimo di 8.000. Insomma, come sottolineato dal funzionario della troika, in Grecia i dipendenti pubblici escono dalla porta e rientrano dalla finestra.
Grecia: accordi Ue e Fmi violati, assunti 70mila funzionari
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