Lanciato ieri, in occasione della conferenza dedicata agli sviluppatori I/O nel Moscone Center di San Francisco, il Nexus 7 ( “seven” o “heaven”) è la nuova “tavoletta” della Google, più piccola dell’iPad, ma con più potente processore quad-core Tegra 3. Sette pollici di tecnologia raffinatissima e grafica al fulmicotone, per un costo di 200 dollari, puntando così a competere direttamente con il Kindle Fire della Amazon e solo indirettamente con l’iPad che di dollari ne costa 500 e che domina incontrastato sulla fascia più alta di questo mercato.
Nexus 7 porta in dote l’ultima versione del software Android, denominata 4.1 Jelly Bean, in grado anche di trasformare i discorsi in testi. Il nuovo tablet di Google con 1 giga di ram e una risoluzione 1280X800, pesa 340 grammi, un po’ meno del Kindle.
E’ disponibile in due versioni di memoria, da 8 e da 16 GB che costano rispettivamente 199 e 249 dollari.
Ma nessuna versione può essere collegata alla rete di telefonia mobile, perché il tablet è “costruito specificatamente per Google Play”, avrà una fotocamera da 1,2 megapixel ed una batteria in grado di durare 8 ore “se utilizzato attivamente” e 9 ore come video.
Oltre al lancio, di questo primo tablet USA, la conferenza è stata anche teatro di una spettacolare presentazione degli occhiali Android, indossati da alcuni paracadutisti che si sono lanciati da un dirigibile per atterrare sul tetto del Moscone Center e poi arrivare in sala in bici, tutto ripreso e trasmesso in diretta dagli occhiali di Google.
Sergey Brin (fondatore con Larry Page di Google), ha detto che il contributo degli sviluppatori è essenziale per sviluppare al meglio questa nuova tecnologia.
E quindi gli occhiali saranno disponibili per la comunità tecnica, in versione ancora sperimentale, al prezzo di 1500 dollari, dall’inizio del prossimo anno.
Altra grande novità presentata da Google è il keynote Nexus Q: un piccolo computer a forma sferica, che arriva come una ventata di aria fresca. Google ne parla come un “computer fatto per vivere in casa” ed è di fatto un hub multimediale da collegare alla tv, e controllare anche attraverso i dispositivi Android.
Si connette in wifi o ethernet, ha l’Nfc e può essere usato come centro di smistamento multimediale per i contenuti disponibili sui dispositivi. Una sorta di Apple Tv in versione Google, con lo streaming dei contenuti dai device Android verso il Nexus Q.
Ci si può anche giocare a fare il deejay, con gli utenti Android che “spingono” la loro musica nel dispositivo. Che però non costa poco: arriva a luglio, al prezzo di 299 dollari.
Fondata nel 1998, Google ha infranto ogni previsione per fare del web una miniera d’oro, diventando un gigante della pubblicità online.
Il capitale stimato per Larry Page e Sergey Brin, si aggira sui 19 miliardi di dollari.
Larry Page è un figlio d’arte, poiché i suoi genitori erano informatici. E’ spostato dal 2007 con la scienziata Lucinda Southworth, che ha conosciuto quando studiavano a Stanford. E deve a lei la passione per le energie alternative, sulle quali ha investito – sempre insieme a Brin – nella speranza di creare oltre a Google, anche la prima macchina elettrica davvero efficiente.
Anche Sergey Brin, nato in Russia nel 1976 e trasferitosi negli USA a soli 6 anni, viene da una famiglia di matematici di cultura ebraica e dopo essersi laureato a pieni voti in Matematica e Scienze informatiche presso l’Università del Maryland, diventa amico di Larry Page, che come lui frequenta i corsi dell’Università di Stanford, dove nel 1998, fondano la Google Inc., che si basa sulla geniale intuizione secondo cui un motore di ricerca basato sull’analisi matematica delle relazioni tra siti web (topologia), avrebbe prodotto risultati migliori rispetto alle tecniche empiriche usate precedentemente. Convinti che le pagine citate con un maggior numero di link fossero le più importanti e meritevoli (Teoria delle Reti), decisero di approfondire la loro teoria all’interno dei loro studi e posero le basi per il loro straordinario motore di ricerca.
Altra interessante idea fu quella di utilizzare un nome già esistente: Googol, termine coniato dal nipote del matematico statunitense Edward Kasner nel 1938, per riferirsi al numero rappresentato da 1 seguito da 100 zeri, che a loro sembrò perfetto come metafora della vastità del web.
I due fondatori avevano intenzione di chiamare il neonato motore di ricerca proprio Googol, ma al momento di pubblicare il loro search engine questo dominio era già stato assegnato, perciò Page e Brin furono costretti ad optare per la parola Google e, sappiamo,l che fu una scelta davvero vincente.
Come ci ricorda Wikipedia, li logo originale è stato disegnato da Ruth Kedar, che ha usato come carattere il font Catull.
Una delle particolarità di Google è quella che in determinate date il caratteristico logo cambia, a celebrare l’avvenimento avvenuto quel determinato giorno.
Il logo in questo caso viene chiamato doodle, che può essere un’immagine animata o interattiva realizzata con la tecnologia HTML 5.
Carlo Di Stanislao
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