Domani sera, il successo o l’insuccesso di Italia e Spagna sarà sempre un ‘esempio per il Paese’. Due dei migliori centrocampisti al mondo, Pirlo e Xavi Hernandez si troveranno di fronte domenica a Kiev nella finale degli Europei in Polonia e UcrainaAndrea Pirlo e Xavi, nel loro stile di gioco, hanno tanti aspetti in comune e qualche differenza sostanziale. Entrambi sono stati protagonisti di questo Europeo, ed entrambi brillano per la straordinaria continuita’. Il palleggio quasi esasperato con cui la Spagna ha costruito il proprio successo negli ultimi quattro anni ha in Xavi la pedina fondamentale, dai suoi piedi passano tonnellate di palloni e partono centinaia di passaggi. L’Italia un po’ spagnola di Prandelli ha trovato in Pirlo la chiave della propria qualita’ di gioco.
I due si guarderanno, si studieranno, proveranno ad ostacolarsi. Sono due giocatori che si illuminano quando hanno il pallone fra i piedi, ma magari, per diventare campioni d’Europa, dovranno anche adattarsi fare il mediano l’uno dell’altro.
”Alcuni anni fa il calcio aveva la tendenza ad essere molto fisico – ha detto Xavi – noi abbiamo sempre puntato sulla tecnica e la spettacolarita’. Pirlo e’ un grandissimo giocatore e oggi anche il centrocampo italiano puo’ essere un po’ paragonato al nostro”.
”Per me pero’ rimangono sempre la squadra da battere – spiega Prandelli – la loro forza non e’ solo nel possesso di palla ma anche nella capacita’ di riconquistarla. La nostra strategia? Dovremo essere bravi nei movimenti per avere superiorita’ al momento giusto. Non siamo cosi’ presuntuosi da pensare di stare 90 minuti al comando del gioco. Noi abbiamo sempre pensato di esaltare le qualita’ dei giocatori, anche rischiando: se loro fanno il tique-toque, pure noi non scherziamo con la palla a terra. Avete mai visto palloni alti fosse anche in allenamento a Coverciano?”.
‘Ho trovato parole importanti per noi da Napolitano – racconta Prandelli – siamo veramente orgogliosi. Ho provato un’emozione forte, abbiamo sempre sentito con noi la sua presenza al di la’ del fatto che sia venuto a vederci all’inizio dimostrando una grande fiducia quando ad averla erano davvero pochi”. Lui, la sua, l’ha sempre mantenuta: ovvio che a maggior ragione adesso ci creda. Per questo fa pretattica sulla sua e addirittura altrui formazione: ”La formazione non la dico (ma dovrebbe essere quella della semifinale con la Germania, con un dubbio sul ruolo di terzino destro, ndr). Come si schiereranno gli spagnoli? Giochera’ Torres o Fabregas in avanti? So come giocheranno, ovvero bene come sempre. Noi per vincere dovremo fare meglio, e’ difficile ma e’ l’unica strada”.
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