Le famiglie con disabili che hanno patologie invalidanti e necessitano di dispositivi “salva-vita” sono a rischio fuel poverty, ovvero povertà energetica. Lo dice uno studio presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva, che per far fronte alla situazione ha avanzato alcune proposte. In primo luogo, secondo l’associazione è necessario estendere la concessione del bonus elettricità a coloro che necessitano di apparecchiature elettromedicali non salvavita ma ugualmente necessarie. Ciò significherebbe concedere il bonus a circa 300.000 persone attualmente escluse (di cui circa 80.000 aderenti alle associazioni che hanno partecipato all’indagine). A oggi, invece, gli aventi diritto al bonus per disagio fisico si aggirano intorno ai 20.000 (la spesa ad essi destinata equivale a 3.100.000 euro per un bonus pari a 155 euro).
Bisogna, inoltre, adeguare l’importo del bonus. “Tale importo è stabilito in modo forfetario, se non proprio arbitrario: si è infatti passati dai 150 euro del 2008 ai 138 del 2010, riconfermati per il 2011 e quindi aumentati a 155 nel 2012, senza alcun riferimento alle maggiori esigenze di consumo che caratterizzano particolari tipologie di utenze, né tenendo in minimo conto gli andamenti dell’inflazione” sottolinea Cittadinanzattiva. Il bonus, aggiungono, non copre neanche la spesa relativa alle apparecchiature elettromedicali, e comporta in media un risparmio solo del 13% sulla spesa energetica totale. Sarebbe quindi opportuno aumentare il bonus elettricità in modo da coprire le spese indotte dagli apparecchi elettromedicali, il che avrebbe significato, per il 2011, elevare il bonus a 200 euro, e a 230 euro per il 2012 (con relativa spesa, per un’utenza di 20 mila persone, pari a 4.600.000 euro).
L’associazione propone, inoltre, di pensare offerte tariffarie ad hoc per specifiche tipologie di utenza. “L’entità rilevante dei consumi energetici, per specifiche utenze, non è attribuibile soltanto ai consumi legati alle apparecchiature elettromedicali, ma anche agli altri consumi, trattandosi di persone che a causa della loro malattia sono di fatto costrette a passare un numero maggiore di ore all’interno della propria abitazione. Al di là del bonus elettricità, sarebbe quindi auspicabile, da parte delle società di vendita, la formulazione di offerte tariffarie ad hoc per questa tipologia di utenza”. Si chiede poi di potenziare le attività di comunicazione. Non tutti gli aventi diritto al bonus elettricità per disagio fisico sono effettivamente informati, con il risultato che il 16% non vi accede.
Vengono proposte anche agevolazioni fiscali legate alla spesa per energia elettrica. “Un’ulteriore misura di sostegno economico, complementare al bonus elettricità ed alle offerte tariffarie ad hoc, potrebbe essere quella di individuare delle forme di agevolazioni fiscali legate alla spesa per energia elettrica”. Infine Cittadinanzattiva chiede di rifinanziare il fondo per la autosufficienza. “Sono stati stanziati 300milioni di euro nel 2008 – affermano – 400 milioni di euro nel 2009 ed altrettanti l’anno seguente, poi il nulla”.
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