Il dato è di quelli che mettono paura: in Sardegna la metà dei cittadini vive con meno di mille euro al mese, ovvero sotto la soglia di povertà. Lo rivela un’indagine della Cisl che ha sommato le 399.500 pensioni erogate nell’Isola che non superano i mille euro con i circa 230 mila disoccupati. Oltre questi, bisogna anche aggiungere i lavoratori in cassa integrazione e stagionali. Risultato? Circa settecentomila persone, quasi la metà degli abitanti della regione, vive in condizione di difficoltà. Per contrastare una condizione di crisi che sta piegando le gambe a tante famiglie, la Cisl sollecita la nascita di uno scudo contro le povertà ed un programma straordinario per il lavoro.
“I provvedimenti del Governo – ha accusato – allontanano sempre di più lo Stato dalla Sardegna e riducono i servizi sociosanitari, dell’intrusione e della stessa giustizia”. Ma il sindacato si scaglia anche contro la Regione, accusata di immobilismo. I dati forniti dall’Inps e dall’Osservatorio del Lavoro – ha chiarito il segretario regionale della Cisl, Mario Medde – attestano purtroppo un costante incremento del fenomeno della poverta’ e del disagio sociale. In pochi anni, con questa tendenza, ci si avvicina a una percentuale non lontana dal 50% della popolazione”
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