Un adolescente italiano su cinque si è imbattuto almeno una volta in siti internet che promuovono l’anoressia, il suicidio, o che inneggiano all’odio razziale. E il 34% (in Europa è il 41%) ha intercettato materiale pornografici o ha sperimentato il bullismo online e l’uso improprio di dati personali. Ma soltanto il 20% ha segnalato il problema. Lo rivela il report annuale del network “Eu kids Online”, sulla sicurezza sul web, presentato oggi in 25 Stati europei. A realizzare lo studio in Italia, intervistando 1.021 giovani tra i 9 e i 16 anni e i loro genitori, è Osscom, il centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica di Milano. “I sistemi di segnalazione di abusi o contenuti negativi sul web non sono molto usati – afferma Giovanna Mascheroni, responsabile italiana della ricerca – perché non sono così visibili come dovrebbero e spesso la risposta non è immediata”.
Dalle interviste realizzate in Italia, emerge che il 18% dei ragazzi italiani (sono il 21% in Europa) tra gli 11 e i 16 anni, dichiara di aver avuto un’esperienza negativa su internet. “Le ragazze – sottolinea Mascheroni – sono più esposte a siti che incitano all’anoressia e alla bulimia (10%), mentre i ragazzi si imbattono soprattutto in messaggi d’odio e contenuti razzisti (12%), in pagine in cui si condividono pratiche autolesionistiche (8%), o esperienze sul consumo di droghe (7%)”. Inoltre il 17% dei giovani intervistati (il 30% in Europa), ammette di aver “abusato” di internet, trascurando gli amici, lo studio, o perdendo ore di sonno.
Tra i rischi che corrono i ragazzi sulla rete, c’è anche il bullismo. “È ciò che fa soffrire di più i giovani – afferma Mascheroni -. Solo il 2% dei ragazzi italiani (il 6% in Europa) è stato vittima di bullismo online, ma i due terzi di chi l’ha subito ne é rimasto moto turbato”. Per questa ragione, aggiunge la ricercatrice, “ci auguriamo che le aziende e i politici rispondano alle esigenze dei ragazzi, rendendo internet un ambiente più sicuro”. Inoltre la ricerca mette in luce l’importanza della mediazione dei genitori, per garantire la sicurezza dei più giovani. “Usare internet insieme o suggerire usi responsabili della rete – si legge nel report – riduce la probabilità che i ragazzi si espongano a situazioni rischiose”.
Ludovica Scaletti
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